Cultura

Il Papa in Corea. Passioni e ragioni di un viaggio

La storia del cattolicesimo in Corea ha 230 anni, 100 di questi segnati da persecuzioni. Moltissimi furono i cattolici uccisi in odium fidem. Ma l'evangelizzazione iniziata 250 anni fa, ad opera di laici, non di missionari, ha dato i suoi frutti: oggi, il cattolicesimo è una componente essenziale della società coreana, con un ruolo chiave assunto dalle donne

di Marco Dotti

La storia del cattolicesimo in Corea ha 230 anni, 100 di questi anni sono segnati da persecuzioni. Moltissimi furono infatti i cattolici uccisi in odium fidem, ma oggi, nella sola Seul, città che conta 9.700.000 abitanti, i cattolici sono più di 1 milione.

Come rilevava un recente sondaggio, la stima e il rispetto di tutti per il cattolicesimo è altissima, il 72% dei coreani dichiara infatti di nutrire fiducia nel cattolicesimo, contrariamente a quanto avviene per le congregazioni protestanti, travolte da scandali fiscali, eccessive nel “marketing della fede” (le loro insegne multipixel e multicolori sovrastano la skyline della capitale) e spesso considerate troppo vicine agli ambienti della speculazione finanziaria.

La  pentecostale Yoido, ad esempio, che si vanta di avere la chiesa più grande al mondo incita i suoi fedeli a non considerare un male la ricchezza e l’arricchimento. Un messaggio che contrasta con la "Chiesa povera" di Francesco, ma ha sempre meno appeal. Fatto sta che nel febbraio scorso, il settantottenne pastore David Yonggy Cho è stato condannato a tre anni di prigione, per appropriazione indebita di 5 milioni di dollari americani.

A incrinare ancora di più un certo pregiudizio nei confronti del cattolicesimo in crisi – o, quanto meno, a metterlo in prospettiva – contribuisce anche un fatto in controtendenza. Come ha notato Christian Martini Grimaldi, infatti, «visto da qui il cattolicesimo soffre l’iperattività di certi ragazzi adolescenti sempre in movimento» (cfr. Cristiani in Corea, Edizioni Messaggero, 2014). Il che significa, tra le altre cose, che la crisi di vocazioni non tocca la Corea del Sud, tutt’altro.

Oggi si calcola che siano circa 80.000 l’anno i nuovi ingressi di coreani nella Chiesa cattolica. Dagli anni ’60, inoltre, la Chiesa coreana è retta da vescovi locali.

Papa Francesco è partito per questa Corea. Sarà il suo primo viaggio in Oriente, il secondo di un pontefice in Corea (il primo fu Giovanni Paolo II, nel maggio del 1984). Il viaggio del Papa per la VI Giornata della Gioventù Asiatica seguirà un programma molto fitto (lo alleghiamo in calce all’articolo). Cruciale la giornata di sabato 16: dopo la visita al santuario del martiri di Seo So mun, alle 10, alla porta di Gwanghwamun Papa Francesco celebrerà la Messa di Beatificazione di 124 martiri. Tra di essi, però, ricordiamo il nome del primo martire cattolico coreano: Paul Yun Ji-chung.

Il 7 febbraio scorso, al termine di una causa di beatificazione iniziata nel luglio del 2004, Papa Francesco aveva riconosciuto il loro martirio per causa di fede. Un evento importante, soprattutto ora che i massacri in Irak hanno riportato all’evidenza un fatto spesso passato sotto silenzio: più di 100.000 cristiani muoiono ogni anno nel mondo, vittima di persecuzioni.


La celebrazione di piazza GwangHwaMoo cade dunque  in un momento particolarmente critico su questo fronte. Piazza GwangHwaMoo si trova nel cuore di Seul, la capitale della Corea del Sud. Ci si arriva percorrendo la principale strada della città, la via Sae Jong, che ha più di seicento anni. Domenica, il Papa si trasferirà a Haemi, altro luogo di martirio di 132 coreani. 

La Corea, ricorda ancora Christian Martini Rinaldi, è una terra «dove il gregge anticipò i pastori». Che cosa significa? Semplice: qui il cattolicesimo non si diffuse per opera di missionari, al contrario. L’evangelizzazione in Corea è avvenuta per opera di uomini di cultura, laici dapprima incuriositi, poi interessati, infine convertitisi. Ne sia riprova la storia di Yi Seung-un, il primo coreano battezzato con il nome di Pietro che, nella primavera del 1784, per ricevere il sacramento si dovette recare a Pechino dove gli fu amministrato dal gesuita francese Jean Joseph de Grammont. 

In assenza di chiese e sacerdoti, i primi fedeli coreani si riunivano in casa di letterati e intellettuali, consolidandosi a poco a poco in comunità che cominciarono a attirare l’attenzione e a scatenare le persecuzioni da parte delle autorità. Sulle rovine della casa di uno di questi intellettuali, Kim-Beom-u, sorge ora la cattedrale di Myeondong a Seul.

La persecuzione iniziò con la prima istituzionalizzazione e raggiunse il suo apice nel 1866, quando oltre 10.000 cattolici vennero uccisi. Vent’anni dopo, un trattato tra Corea e Francia che garantiva la libertà di professare il cattolicesimo, non mise fine alle persecuzioni che continuarono per tutta la prima metà del Novecento.

Oggi la situazione è molto diversa, almeno al Sud. La Corea, ricordiamolo, è un paese diviso. La hanbando bundan, ovvero la divisione del Paese, è una conseguenza della vittoria alleata nella Seconda guerra mondiale, che segnò la fine dell’egemonia giapponese sulla penisola coreana, ma è anche il segno tangibile dei disastri provocati dalla guerra fredda, che qui – tra il 1950 e il 1953 – si è combattuta davvero. Quando un coreano parla di “dopoguerra”, infatti, è alla Guerra di Corea del ’50-53 che fa riferimento.  

Un ruolo chiave nella visita di Papa Francesco in Corea l’ha assunto l’arcivescovo Andrew Yeom Soo-jung che è, tra l’altro, amministratore apostolico di Pyongyang, in Corea del Nord, dove però non ha mai potuto recarsi. Ma l’occasione che sembra aver suscitato questo viaggio viene da un’altra figura, Monsignor Lazzaro, vescovo di Daejon. Fu lui a scrivere al Papa una lettera, invitandolo per la Giornata della Gioventù asiatica. Daejon, al centro del Paese, sarà una delle tappe di Francesco. A Daejon, infatti, è nato un terzo di tutti i martiri coreani.

Le tappe di Papa Francesco in Corea del Sud

Mercoledì 13 agosto 2014
16.00 Partenza in aereo dall’aeroporto di Roma Fiumicino per Seoul

Giovedì 14 agosto 2014
10.30 Arrivo alla base aerea di Seoul
12.00 Santa Messa in privato nella Nunziatura Apostolica
15.45 Cerimonia di benvenuto nel giardino della “Blue House” a Seoul
Visita di cortesia al presidente della repubblica nella “Blue House” a Seoul
16.30 Incontro con le autorità nel Salone Chungmu della “Blue House” e discorso del Santo Padre
17.30 Incontro con i vescovi della Corea nella Sede della Conferenza episcopale coreana e discorso del Santo Padre

Venerdì 15 agosto 2014
8.45 Trasferimento in elicottero a Daejeon
10.30 Santa Messa nella Solennità dell’Assunzione nel World Cup Stadium di Daejeon con Omelia del Santo Padre
Preghiera dell’Angelus Domini, parole del Santo Padre
13.30 Pranzo con i giovani al Seminario maggiore di Daejeon
16.30 Trasferimento in elicottero al Santuario di Solmoe
17.30 Incontro con i giovani dell’Asia presso il Santuario di Solmoe, discorso del Santo Padre
19.15 Trasferimento in elicottero a Seoul

Sabato 16 agosto 2014
8.55 Visita al Santuario dei Martiri di Seo So mun
10.00 Santa Messa di Beatificazione di Paul Yun Ji-Chung e 123 compagni martiri alla Porta di Gwanghwamun a Seoul Omelia del Santo Padre
15.30 Trasferimento in elicottero a Kkottongnae
16.30 Visita al Centro di recupero per disabili nella “House of Hope” a Kkottongnae
17.15 Incontro con le Comunità religiose in Corea al Training Center “School of Love” a Kkottongnae Discorso del Santo Padre
18.30 Incontro con i leader dell’Apostolato laico al Centro di Spiritualità a Kkottongnae Discorso del Santo Padre
19.00 Trasferimento in elicottero a Seoul

Domenica 17 agosto 2014
10.00 Trasferimento in elicottero a Haemi
11.00 Incontro con i vescovi dell’Asia nel Santuario di Haemi Discorso del Santo Padre
13.00 Pranzo con i vescovi dell’Asia nel refettorio del Santuario di Haemi
16.30 Santa Messa conclusiva della 6a Giornata della Gioventù Asiatica nel Castello di Haemi con Omelia del Santo Padre
19.00 Trasferimento in elicottero a Seoul

Lunedì 18 agosto 2014
9.00 Incontro con i leader religiosi nel Palazzo della vecchia Curia dell’Arcidiocesi di Seoul
9.45 Santa Messa per la Pace e la Riconciliazione nella Cattedrale di Myeong-dong a Seoul, Omelia del Santo Padre
12.45 Cerimonia di congedo dalla Repubblica di Corea alla Base Aerea di Seoul
13.00 Partenza in aereo dalla Base Aerea di Seoul per l’aeroporto di Roma Ciampino
17.45 Arrivo all’aeroporto di Roma Ciampino

 

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