Cultura

Il Papa, il nuovo colonialismo e quei silenzi della stampa

di Lucio Brunelli

Nella cerimonia d’apertura del Sinodo africano il Papa ha denunciato con forza il colonialismo «mai del tutto finito». Il Primo Mondo, ha detto, non solo continua a depredare i grandi tesori dell’Africa ma esporta nel continente nero i suoi «rifiuti tossici spirituali». Il quotidiano Le Monde, in Francia, ha dedicato un editoriale all’omelia di Benedetto XVI. In Italia la grande stampa l’ha praticamente ignorata. Si è rifatta il giorno dopo, però. Prendendo spunto dalla battuta di un cardinale africano, per giocare sulla solita canzoncina del “Papa nero”. Cadono le braccia, delle volte, a constatare il degrado dell’informazione italiana. Questione che dovrebbe impensierire almeno tanto quanto quella della libertà di stampa. Il Papa ormai fa notizia solo se estremizzabile sulle questioni morali o se sfruttabile, per uso contingente, da una delle opposte tifoserie giornalistico-politiche. Il resto è curiosità, folclore.Per fortuna c’è il web dove chi vuole può informarsi direttamente. Sul Sinodo africano i siti di Nigrizia, dei comboniani, e di Missionline del Pime, offrono materiali e commenti in abbondanza.

OGM, NUOVA “MOLTIPLICAZIONE DEI PANI”?
L’Accademia per la vita e il Pontificio Consiglio Iustitia et Pax hanno benedetto gli ogm. Visti come la moderna “moltiplicazione dei pani” per le popolazioni povere dell’Africa. Il documento-base del Sinodo africano, invece, ne sottolinea i risvolti negativi: «La tecnica degli ogm rischia di rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le loro semine tradizionali rendendoli dipendenti dalle società produttrici di ogm». Nel 2002 lo Zambia rifiutò un consistente invio di generi alimentari dagli Stati Uniti perché scoprì che erano trattati con le nuove biotecnologie. Fu un gesuita a persuadere i vescovi del posto e il governo a respingere il “dono”. L’ambasciatore Usa in Vaticano, Jim Nicholson, intimo di Bush, iniziò da allora una insistente opera di “sensibilizzazione”. A sorpresa, proprio il cardinale più antibushista, Renato Martino, si è rivelato il più sensibile ai suoi argomenti.

Ipse dixit
Le cose della scienza, della tecnica comportano grandi investimenti: le avventure spirituali e materiali sono costose e difficili. Ma Dio si dona gratuitamente. Le cose più grandi della vita – Dio, amore, verità – sono gratuite

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