Formazione

Il papà delle nanotecnologie docente in Italia

Accadrà al politecnico di Torino se andranno a buon fine le trattative in corso

di Carmen Morrone

Potrebbe insegnare in Italia Harold Kroto, Premio Nobel per la Chimica nel ’96 al quale la scienza e’ debitrice di una delle scoperte alla base dello sviluppo delle nanotecnologie: la molecola di carbonio C60. Il Politecnico di Torino – ha annunciato oggi il suo rettore Francesco Profumo – e’ gia’ in trattativa avanzata per avvalersi del contributo, didattico e di ricerca, di uno dei piu’ stimati cervelli scientifici del mondo e potrebbe accadere gia’ dal prossimo settembre. Ormai in pensione dalla carriera accademica, ma sempre attivissimo e con un contratto di docente presso l’ universita’ della Florida, Kroto starebbe pensando di ampliare ancora di piu’ il suo raggio d’ azione. Il legame di Kroto con l’ Italia, e Torino in particolare, non e’ una novita’. A parte i suoi frequenti appuntamenti in varie citta’ per divulgare il suo progetto rivolto ai bambini delle ultime classi delle scuole elementari e ai ragazzi delle medie inferiori per appassionarli alle ostiche materie scientifiche, Kroto nel ’92 fu insignito del Premio Italgas che lui stesso considera propedeutico al Nobel del ’96. Il guru delle nanotecnologie, come comunemente Kroto viene definito, al Politecnico di Torino non farebbe soltanto didattica, ma anche ricerca, non svolgerebbe soltanto corsi di base e avanzati sulle nanotecnologie, ma troverebbe modo di proseguire la sua attivita’ di studio. La molecola C60 e’ la molecola di carbonio battezzata ‘Buckminsterfullerene’ perche’ la sua struttura replica, su scala microscopica, le cupole geodetiche disegnate dall’ architetto americano Richard Buckminster Fuller. Gli studi basati sulla C60 riguardano la struttura della materia e le applicazioni sono rivolte alla composizione dei materiali. Non a caso Kroto sostiene che ”un giorno si potranno produrre automobili leggere con un’ autonomia di oltre 500 chilometri e un consumo di pochi litri di benzina. Oppure aerei che in caso di guasto al motore si trasformeranno in alianti”. Costruire a Torino un prototipo di macchina simile sarebbe, in fondo, come proseguirne la tradizione.


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