Cultura

Il Papa a Verona: Chiesa non è agente politica

"La Chiesa, dunque, non e' e non intende essere un agente politico. Nello stesso tempo ha un interesse profondo per il bene della comunita' politica, la cui anima e' la giustizia"

di Redazione

”Il vostro Convegno – ha rilevato Benedetto XVI parlando al convegno ecclesiale di Verona – ha giustamente affrontato anche il tema della cittadinanza, cioe’ le questioni delle responsabilita’ civili e politiche dei cattolici. Cristo infatti e’ venuto per salvare l’uomo reale e concreto, che vive nella storia e nella comunita’, e pertanto il cristianesimo e la Chiesa, fin dall’inizio, hanno avuto una dimensione e una valenza anche pubblica. Come ho scritto nell’Enciclica Deus caritas est (cfr nn. 28-29), sui rapporti tra religione e politica Gesu’ Cristo ha portato una novita’ sostanziale, che ha aperto il cammino verso un mondo piu’ umano e piu’ libero, attraverso la distinzione e l’autonomia reciproca tra lo Stato e la Chiesa, tra cio’ che e’ di Cesare e cio’ che e’ di Dio (cfr Mt 22,21). La stessa liberta’ religiosa, che avvertiamo come un valore universale, particolarmente necessario nel mondo di oggi, ha qui la sua radice storica. La Chiesa, dunque, non e’ e non intende essere un agente politico. Nello stesso tempo ha un interesse profondo per il bene della comunita’ politica, la cui anima e’ la giustizia, e le offre a un duplice livello il suo contributo specifico. La fede cristiana, infatti, purifica la ragione e l’aiuta ad essere meglio se stessa: con la sua dottrina sociale pertanto, argomentata a partire da cio’ che e’ conforme alla natura di ogni essere umano, la Chiesa contribuisce a far si’ che cio’ che e’ giusto possa essere efficacemente riconosciuto e poi anche realizzato. A tal fine sono chiaramente indispensabili le energie morali e spirituali che consentano di anteporre le esigenze della giustizia agli interessi personali, o di una categoria sociale, o anche di uno Stato: qui di nuovo c’e’ per la Chiesa uno spazio assai ampio, per radicare queste energie nelle coscienze, alimentarle e irrobustirle. Il compito immediato di agire in ambito politico per costruire un giusto ordine nella societa’ non e’ dunque della Chiesa come tale, ma dei fedeli laici, che operano come cittadini sotto propria responsabilita’: si tratta di un compito della piu’ grande importanza, al quale i cristiani laici italiani sono chiamati a dedicarsi con generosita’ e con coraggio, illuminati dalla fede e dal magistero della Chiesa e animati dalla carita’ di Cristo. Una speciale attenzione e uno straordinario impegno sono richiesti oggi da quelle grandi sfide nelle quali vaste porzioni della famiglia umana sono maggiormente in pericolo: le guerre e il terrorismo, la fame e la sete, alcune terribili epidemie. Ma occorre anche fronteggiare, con pari determinazione e chiarezza di intenti, il rischio di scelte politiche e legislative che contraddicano fondamentali valori e principi antropologici ed etici radicati nella natura dell’essere umano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte naturale, e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio, evitando di introdurre nell’ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuirebbero a destabilizzarla, oscurando il suo carattere peculiare e il suo insostituibile ruolo sociale. La testimonianza aperta e coraggiosa che la Chiesa e i cattolici italiani hanno dato e stanno dando a questo riguardo sono un servizio prezioso all’Italia, utile e stimolante anche per molte altre Nazioni. Questo impegno e questa testimonianza fanno certamente parte di quel grande ”si”’ che come credenti in Cristo diciamo all’uomo amato da Dio”.

Partecipa alla due giorni per i 30 anni di VITA

Cara lettrice, caro lettore: il 25 e 26 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, VITA festeggerà i suoi primi 30 anni con il titolo “E noi come vivremo?”. Un evento aperto a tutti, non per celebrare l’anniversario, ma per tracciare insieme a voi e ai tanti amici che parteciperanno nuovi futuri possibili.