Cultura

Il Pam ringrazia il Papa per impegno contro fame

Giovanni Paolo II aveva detto: "Prego affinché la comunità internazionale sostenga generosamente il vostro lavoro".

di Gabriella Meroni

Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite ringrazia oggi in una nota Sua Santità Giovanni Paolo II per il deciso sostegno espresso in favore del programma di alimentazione nelle scuole dell’agenzia ONU e per il forte appello alla comunità internazionale, perchè sostenga finanziariamente tale programma. “La fame è una tragedia senza fine per milioni di persone nel mondo, ed il programma di alimentazione scolastica si è dimostrato soluzione molto efficace per combatterla e per aiutare i bambini più poveri”, ha detto il Papa nel suo messaggio domenicale. “Prego affinché la comunità internazionale sostenga generosamente il vostro lavoro”. Le affermazioni del Pontefice sono state accolte con felicità e gratitudine dal Direttore Esecutivo del PAM, Catherine Bertini. “E’ un messaggio di speranza per milioni di bambini”, ha detto la Signora Bertini. “L’alimentazione nelle scuole non è solo un programma poco costoso, è il migliore investimento che la comunità internazionale possa fare in favore dei bambini più poveri del mondo”. Tale programma non solo aiuta a combattere la fame, ma è allo stesso modo essenziale per dare ai bambini più speranze. La nostra esperienza al PAM ha dimostrato che l’alimentazione nelle scuole è fondamentale per rompere il circolo vizioso della fame e della miseria che ha condannato generazioni intere alla povertà e alla disperazione”. Il messaggio del Papa rappresenta un forte segnale di sostegno per il programma di alimentazione scolastica del PAM. Nel 2000, il PAM ha dato da mangiare a 12 milioni di bambini in 54 Paesi. Quest’anno l’agenzia ha lanciato una campagna mondiale su questo tema per sensibilizzare i Paesi donatori, affinchè si riesca a raggiungere anche i bambini che attualmente non ricevono quetso tipo di assistenza. Ci sono circa 300 milioni di bambini nel mondo che o non ricevono da mangiare a scuola, o non vanno affatto a scuola. La maggior parte di essi è costituita da bambine. Fra i bambini che hanno più bisogno di aiuto ci sono i bambini afgani, che sono stati privati sia del cibo, sia dell’istruzione. Il PAM sta lavorando con l’UNICEF, altre agenzie dell’ONU e Organizzazioni non governative per far partire un programma di alimentazione scolastica in Afghanistan molto presto. I bambini che non vanno a scuola affatto devono spesso lavorare per aiutare le proprie famiglie. Devono lavorare con i genitori nei campi o nei pascoli, occuparsi die fratelli più piccoli, procurare legna per il fuoco o andare in cerca di cibo. Andare a scuola è spesso un’eventualità che neppure viene presa in considerazione. Ciò che cambia questo stato di cose è il cibo. L’alimentazione scolastica allevia immediatamente la fame, aiuta i bambini a concentrarsi sugli studi, aumenta la frequenza scolastica e compensa i genitori che non mandano i bambini a lavorare. E’ ampiamente accertato che un’educazione di base è il miglior investimento per migliorare lo stato fisico, sociale ed economico dei più poveri. Uno studio della Banca Mondiale su 13 Paesi, per esempio, ha accertato che un minimo di quattro anni di istruzione di base aumenta la produttività degli agricoltori fra l’8,7% ed il 10%. Uno studio dell’UNESCO ha dimostrato che in Paesi con un’alfabetizzazione di circa il 40%, il PIL pro-capite si aggira intorno a 210 dollari l’anno, mentre in quelli con un tasso di alfabetizzazione di almeno l’80%, il PIL pro-capite è di oltre 1.000 dollari. Alcune ricerche dimostrano che le ragazze analfabete si sposano a 11 anni e possono avere anche sette figli prima di compiere 18 anni. Le ragazze che vanno a scuola si sposano più tardi, fanno trascorrere più tempo tra un figlio e l’altro ed hanno in media la metà dei figli. Per una media di appena 0,22 euro (19 centesimi di dollaro) al giorno, o 40 euro l’anno (34 dollari), un bambino può essere nutrito a scuola per 180 giorni. Se i Paesi donatori aderiranno ad un piano di quindici anni, un’intera generazione di bambini potrebbe crescere per la prima volta nella storia con un’istruzione di base e senza aver conosciuto la fame, come ha dichiarato Catherine Bertini.


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