Non profit

Il Palio di Alì piace all’Osservatore

Intervista del quotidiano vaticano ad Ali Hassoun che ha dipinto lo stendardo del 2 luglio

di Carmen Morrone

Il dipinto, che per tradizione ritrae la Madonna, sarà svelato il 26 giugno. L’uscita della notizia nei giorni scorsi (http://www.vita.it/news/view/104348) se ha scatenato critiche da parte di alcuni (per fare un nome: La Padania, quotidiano della Lega), in altri ha suscitato interesse e curiosità di conoscere meglio la vicenda e la storia di questo artista. Fra questi “L’Osservatore Romano”, periodico ufficiale della Citta del Vaticano.

Hassoun, libanese di origine e italiano di adozione, spiega a Giovanni Zavatta «come l’arte possa essere strumento privilegiato per far convivere culture diverse, in un dialogo tra Oriente e Occidente, tra islam e cristianesimo, che va oltre la pittura. Ali Hassoun, infatti, collabora con Yalla Italia, mensile del settimanale Vita non profit magazine scritto da giovani musulmani».

Alla domanda dell’Osservatore Romano su «cosa ha portato in Italia del suo Libano e come vive la fede musulmana in un Paese cattolico», Ali risponde: «Non è mai stato facile affrontare il dialogo interculturale e interreligioso; ci sono dei momenti dove la divisione è talmente radicata che è quasi impossibile andare oltre. Ma ci sono anche sprazzi di speranza quando senti che il vento soffia dove vuole. Credo che la conoscenza reciproca aiuti via via a instaurare un clima migliore di collaborazione nel rispetto delle diversità. Io sono sposato con una donna cattolica e abbiamo una bambina di otto anni. L’esperienza ci ha insegnato a comprenderci e ad apprezzarci per ciò che ognuno è. Dal Libano mi porto dentro le molteplici diversità culturali, etniche e religiose che il mio Paese natio ha come eredità storica e stile di vita».

Incalzato a rispondere alle critiche che da qualche parte si sono sollevata sull’opportunità di affidare a un musulmano la realizzazione del quadro del Palio, Ali Hassoun risponde: «La considero una strumentalizzazione fine a se stessa. Il mio palio sarà prima di tutto all’insegna dell’arte, un palio di dialogo, di pace, un atto d’amore per la festa e verso la città di Siena, che conosco bene essendoci cresciuto. È uno dei momenti più belli della mia vita».

L’intervista integrale è anche on line: http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/text.html#16


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