Cultura
Il Padiglione Zero rinasce a primavera
Ad un solo giorno dalla chiusura dell'esposizione universale abbiamo parlato con Giancarlo Basili, ideatore dell'allestimento tra i più visitati e apprezzati di tutto il polo fieristico, per capire cosa succederà una volta calato il sipario
Manca solo un giorno alla fine di Expo, il grande evento mondiale del 2015, che si è rivelato un grande successo di pubblico, con numeri da record: più di 21 milioni di visitatori, un terzo dei quali stranieri, e oltre due milioni di studenti.
In questi ultimi giorni l'affluenza è stata altissima, ma la manifestazione chiude improrogabilmente domani, per il regolamento della Bie (Bureau International des Expositions), organizzazione internazionale intergovernativa che gestisce le Esposizioni.
Il 2 novembre partono le operazioni di smontaggio della cittadella di Rho Fiera per liberare l'area entro il 30 giugno. Che cosa resterà nell'area dopo il 31 ottobre?
L'Albero della Vita, il Padiglione Italia e il Padiglione Zero, simboli della manifestazione ed esperienze tra le più apprezzate, rimarranno.
Ad annunciarlo il commissario unico Giuseppe Sala, durante le celebrazioni, lo scorso 21 ottobre, dedicate all'Albero della Vita, installazione icona della manifestazione, ideata da Marco Balich, che nel corso di Expo ha visto la presenza di 14 milioni di visitatori.
Anche Cascina Triulza, il padiglione della società civile, l'unica struttura preesistente, ristrutturata per l'esposizione universale, rimarrà in vita.
A primavera, quando sarà terminata la fase di smantellamento dell’area, oltre all'Albero della Vita, riapriranno il Padiglione Italia e il Padiglione Zero.
«La notizia che il Padiglione Zero non chiuderà è straordinaria. Neanche in fase di progettazione pensavamo che sarebbe rimasto», commenta lo scenografo Giancarlo Basili, che ha ideato il progetto dell'allestimento. Qui l'intervista realizzata da Vita a Giancarlo Basili sul percorso visionario del Padiglione Zero e i segreti del suo successo.
Scenografo del cinema d'autore italiano, Basili lavora con grandi registi come Marco Tullio Giordana, Gianni Amelio, Daniele Lucchetti, Carlo Mazzacurati, Gabriele Salvatores, e Nanni Moretti.
Giancarlo Basili ha anche curato il progetto dell'allestimento del Padiglione Italia di Expo Shangai nel 2010.
Quali sono le ragioni per cui il Padiglione Zero rimarrà in vita?
Il Padiglione Zero è forse il Padiglione che ha raccontato meglio il significato del tema di Expo 2015.
Questo era anche l'impegno che ci eravamo assunti come ideatori di questo grande percorso visionario sulla storia dell'uomo attraverso il cibo.
Inoltre il riscontro del pubblico ha avuto un ruolo fondamentale nella decisione di mantenere in vita lo spazio espositivo. C'è stata una grandissima affluenza da parte dei visitatori. Moltissimi anche i giovani, gli universitari e le scolaresche, e anche bambini delle scuole elementari.
Oltre alla grande affluenza, c'è stata una forte richiesta da parte dei media e del pubblico di rendere il Padiglione una struttura permanente. Questo ha sicuramente influito sulla decisione del suo futuro.
– Qual è il suo bilancio finale su Expo 2015?
È un bilancio molto positivo. Expo è stato un grande successo di pubblico, ma non solo. E' stato un evento di grande valore, il risultato di un lavoro di molte persone che hanno lavorato con grande impegno.
Il Padiglione Zero mostra l' eccellenza italiana, che è unica al mondo, mostra la nostra grande creatività e capacità artigianale. Al Padiglione Zero hanno lavorato i migliori artigiani del teatro e del cinema italiani, gli stessi con cui lavoro quando faccio il grande cinema, e tutto quello che è stato realizzato all'interno del Padiglione è stato fatto a mano, artigianalmente.
– La manifestazione è stata una grande occasione…
Expo è stata un'importante opportunità di realizzare un lavoro di altissimo livello al Padiglione Zero, lavoro che per motivi di budget non è più pensabile oggi nel cinema e nel teatro.
È stata una grande occasione di dare la possibilità a professionisti già affermati di esprimersi e a persone nuove del mestiere di crescere.
E di mostrare la maestria italiana.
La foto di apertura, "Valle della civiltà", è di Giancarlo Basili.
Ritratto di Giancarlo Basili: @cinziacamela.com
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