Welfare
Il nuovo welfare? Un’idea dalle coop
Sanità,previdenza,servizi sociali:queste le nuove frontiere in cui Legacoop vuole essere protagonista.E dopo aver già creato nuove aziende e postidi lavoro chiama lo Stato al confronto.
Non addormentarsi sugli allori, ma proporsi obiettivi sempre nuovi da raggiungere: è questo, in sostanza, il messaggio che lancia il mondo della cooperazione di servizi milanese in occasione del quinto congresso dell?Associazione lombarda servizi e turismo di Legacoop. Eppure motivi per indulgere in ?autocelebrazioni? ne avrebbe più d?uno. A cominciare dalla crescita complessiva registrata dal settore nell?ultimo quadriennio: gli occupati, infatti, sono aumentati di oltre 3 mila unità, passando da 10.915 nel 1995 a 14.140 nel 1998 (+ 29,4%); il fatturato complessivo è cresciuto di circa 256 miliardi di lire (da 638,3 a 894, + 40,1%); il numero di cooperative è salito di 79 unità (da 251 a 330, + 31,4%); quello dei soci lavoratori di 5.266 (da 18.704 a 23.970, + 28,2%). Solo lo scorso anno sono nate oltre 50 cooperative che hanno dato lavoro a più di 400 persone.
Tuttavia la parola d?ordine emersa dal dibattito congressuale è stata una, e una sola: innovazione. In termini di ulteriori mercati da conquistare, ma anche di rinnovato impegno nella definizione di regole efficaci sulla trasparenza degli appalti o nella lotta alla piaga delle cooperative ?fittizie? (determinante, in proposito, viene considerata una rapida approvazione della legge sul socio lavoratore). E se gli ostacoli insiti in questa sfida dovessero rivelarsi particolarmente difficili da superare? Nessun timore, il mondo cooperativo ambrosiano è convinto di riuscire comunque a ?farcela?. A patto che non si creda di poter far tutto da soli: «Raggiunto un livello di diffusione così elevato sul territorio», afferma Pino Cova, vicepresidente di Legacoop Lombardia e presidente uscente dell?Associazione lombarda servizi e turismo, «il nostro movimento deve compiere necessariamente un salto di qualità, indirizzando i suoi sforzi non solo al consolidamento delle posizioni di primato raggiunte nel campo dell?edilizia, della logistica, della ristorazione, ma anche a settori dalle enormi potenzialità di sviluppo come quelli sanitario e previdenziale». «Solo ampliando il raggio d?azione», continua Cova, «potremo continuare a perseguire con successo la nostra missione irrinunciabile che è, e rimarrà sempre, quella di creare opportunità di lavoro, soprattutto a favore di giovani, donne, immigrati, persone svantaggiate». «Naturalmente siamo consapevoli», conclude Cova, «che certe sfide non si vincono da soli. Abbiamo bisogno di professionalità che non si improvvisa da un giorno all?altro e di interlocutori sintonizzati sulla nostra stessa lunghezza d?onda che ci aiutino a migliorare costantemente, con i loro suggerimenti e contributi fattivi, la qualità dei servizi erogati. Ma mi conforta molto al riguardo constatare, per esempio, la piena disponibilità a collaborare manifestataci a più riprese dalle più autorevoli associazioni imprenditoriali».
Anche Gianfranco Piseri, neo eletto presidente dell?Associazione, è di un simile avviso: «Finora ci siamo preoccupati relativamente poco di attivare un dialogo non episodico con interlocutori esterni al movimento della cooperazione. All?inizio è stata quasi una scelta di campo fatta per preservarci da eventuali contaminazioni che avrebbero potuto ?annacquare? la nostra identità e valorialità. Ma oggi che abbiamo radici solide, possiamo, anzi dobbiamo, coinvolgere sistematicamente nei nostri programmi di sviluppo altri soggetti». «Penso per esempio», aggiunge Piseri, «alla Pubblica amministrazione, centrale e periferica, alla quale chiederemo di essere sempre più arbitro e meno giocatore in alcune storiche ?partite? in procinto di essere giocate, prima fra tutte la riforma del welfare, nelle quali intendiamo essere protagonisti». Prima tappa di questo nuovo corso, la presentazione il 10 marzo a Bologna, a un?assemblea alla quale sono stati invitati a partecipare (tra gli altri) i ministri della Sanità, Solidarietà sociale e Pari opportunità, delle proposte di Legacoop in materia di riordino dello Stato sociale.
Le cifre lombarde
Totale cooperative di servizi in Lombardia:330
Fatturato in milioni:895.000
Soci lavoratori:23.970
Addetti:14.140
Cooperative sociali (tipo A e B):86
Addetti nelle cooperative sociali:2.930
Fatturato in milioni:103.000
Persone assistite (minori,anziani,malati):17.030
(dati 1998. Fonte: Legacoop)
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