Politica

Il nuovo servizio civile

Il sottosegretario Carlo Giovanardi illustra i cardini della riforma che sarà messa a punto nel 2009

di Redazione

Il 2009 sarà un anno di transizione, in vista di una riforma globale del sistema prossima ventura. Parola di Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al servizio civile.
Incassati i tagli (171milioni 437mila che consentiranno secondo le stime l’avviamento di meno di 20mila volontari) l’esponente azzurro ha svelato alcuni punti fermi che ispireranno il piano di rilancio del servizio civile nazionale. Lo ha fatto rispondendo a un’interpellanza parlamentare presentata qualche settimana fa, fra gli altri, dal deputato centrista Mauro Libè.
Questi, per punti, gli assi portanti del Giovanardi-pensiero:

BASTA INTERVENTI SULLE EMERGENZE SOCIALI
«Il Servizio civile nazionale non deve farsi carico delle emergenze sociali». E di conseguenza «per il futuro non sarà più nostra intenzione effettuare deroghe, nel senso che il progetto delle 2mila persone per Napoli scadrà quest’anno, al 31 dicembre, e non verrà rinnovato».

DIVARIO NORD-SUD DA RIDURRE
«Abbiamo deciso per il 2009, in confronto con il Parlamento, di rivedere profondamente il Servizio civile nazionale proprio sulla base di un’esperienza che ha portato dopo la tutmultuosa crescita dell’istituto (187 volontari nel 2001, 46mila nel 2006) a rivedere alcuni aspetti. Per esempio un terzo dei volontari, quindi il 33%, riguarda due regioni italiane, mentre il 67% riguarda le rimanenti 18 regioni. Per dieci posti in concorso al sud vi sono trenta concorrenti, mentre per dieci posti in concorso al nord vi sono cinque concorrenti. Quindi da una parte vi è un numero esagerato, dall’altra vi è carenza».

LA CONCORRENZA DEI SERVIZI CIVILI REGIONALI

«Vi sono regioni che aderiscono al Servizio civile nazionale, altre che hanno organizzato un  proprio servizio civile, ad esempio con l’ausilio degli extracomunitari, che è una cosa bellissima, ma che , se sul territorio porta alla creazione di diversi servizi civili in concordanza (e non vi è concorrenza con le regioni per finanziare il servizio civile nazionale), poi è chiaro che quando l’Ente nazionale per la protezione dei sordi si lamenta che non vi sono risorse è perché le risorse vengono destinate diversamente».

ORARIO RIDOTTO A 20 ORE

«Si potrebbe pensare ad una maggiore flessibilità di orario: 30 ore sono molte; al nord giovani disponibili ad impegnarsi 30 ore non ce ne sono mentre, forse, potrebbero essere disponibili a venti ore, quindi è opportuna una maggiore flessibilità.

GLI ENTI PUBBLICI DEVONO CONCORRERE ALLE SPESE
«Quando un comune come quello di Roma o di Torino prende in servizio 400 o 500 volontari nel servizio civile nazionale, anche con progetti fatti bene, è evidente che il volontariato sul territorio (…) si trovano in difficoltà perché rischiamo di rimanere fuori. Allora sarebbe giusto che chi ha centinaia di volontari per un anno concorra al loro mantenimento.

IL RIMBORSO SPESA VA MANTENUTO
«Faremo una riflessione anche sui circa 400 euro mensili di indennità che una parte del volontariato considera sbagliati e diseducativi, mentre io ritengo che sia giusto avere un rimborso spese per i giovani che svolgono questo servizio, vedendone la congruità rispetto al tempo che viene dedicato e studiando anche forme di part-time.

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