Inclusione scolastica
Il nuovo Pei anche quest’anno resta sulla carta
Entro la fine di giugno vanno compilati i nuovi Pei, con la quantificazione delle ore di sostegno richieste. A sette anni dal decreto 66/2017 mancano ancora però gli strumenti "a monte" previsti dalla legge, a cominciare dal profilo di funzionamento. Così Anffas scrive (di nuovo) ai ministri Schillaci e Valditara
Passano gli anni, ma i problemi sono sempre gli stessi. Anche quest’anno le scuole – che entro il 30 giugno attraverso i GLO dovranno compilare le sezioni conclusive del PEI per gli alunni già in possesso di certificazione e i PEI provvisori per gli alunni che hanno ottenuto la certificazione per la prima volta, compilando anche le ormai celebri tabelle C e C1 per l’assegnazione delle risorse di sostegno – non sino in grado di utilizzare compiutamente i nuovi modelli di PEI. Non lo possono fare perché le tabelle C e C1 presuppongono la preventiva stesura del profilo di funzionamento, che non è ancora operativo. Il decreto è stato corretto con il successivo D.I. 153/2023 che indica di fare riferimento al verbale di accertamento della condizione di disabilità in età evolutiva, anch’esso mai reso operativo. L’assurda conseguenza qual è? Che oggi si richiede alle scuole di compilare alcuni campi del nuovo PEI senza che i ministeri competenti abbiano predisposto e reso operativi tutti gli strumenti “a monte” previsti dalla normativa.
Ecco quindi che Roberto Speziale, presidente di Anffas e componente dell’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica ha scritto una lettera ì al ministro della Salute, Orazio Schillaci e al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara per chiedere una «urgente nota ministeriale» che fornisca «indicazioni uniformi a tutte le istituzioni scolastiche statali e paritarie del territorio nazionale» a fronte delle «forti difficoltà applicative che persistono rispetto all’individuazione della proposta delle ore di sostegno didattico e di assistenza specialistica per l’anno scolastico 2024/2025».
Sono quattro le richieste di Anffas:
- emanare un apposito atto volto a derogare dall’utilizzo delle tabelle C e C1 per la compilazione delle sezioni 11 e 12 del PEI per l’anno scolastico 2024/2025 (la stessa richiesta che Anffas è costretta a fare ogni anno)
- rendere disponibile e operativa l’intera procedura per il riconoscimento della condizione di disabilità in età evolutiva ai fini dell’inclusione scolastica
- convocare, con urgenza, il Gruppo di lavoro per il monitoraggio applicativo delle indicazioni contenute nelle linee guida per la redazione della certificazione di disabilità in età evolutiva e profilo di funzionamento affinché in tale sede si affrontino e risolvano le questioni di competenza
- convocare l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica e/o il suo Comitato Tecnico scientifico così da affrontare, in tale sede, le numerose criticità che ancora affliggono gli alunni e le alunne con disabilità e che in parte dipendono dalla mancata emanazione degli atti e dei provvedimenti previsti dal decreto legislativo n. 66/17, anche come recentemente rilevato da Fish (leggi anche qui).
«Da tempo facciamo presente che questa criticità crea consistenti contenziosi, posti in essere dalle famiglie interessate, con pesanti disagi a loro carico delle stesse e conseguente lesione del pieno diritto all’inclusione scolastica degli studenti con disabilità», afferma Roberto Speziale. Ma la situazione è dannosa «anche per il nostro sistema scolastico che, come purtroppo abbiamo potuto vedere recentemente, viene poi messo in discussione ponendo a rischio il modello inclusivo per cui tanto ci si è battuti contrastando le discriminazioni subite dagli alunni con disabilità». Le famigerate tabelle C e C1, sottolinea Speziale, andrebbero in realtà eliminate perché «oltre ad essere oggi inapplicabili per le carenze sopra indicate, appaiono del tutto contraddittorie e controproducenti in quanto sviliscono il ruolo del GLO. Di fatto, con le tabelle, si è tornati a reintrodurre un automatismo nell’assegnazione delle risorse di sostegno, indicando anche dei tetti massimi, analogo a quello da cui ci si voleva affrancare».
Foto di Agence Olloweb su Unsplash
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