Letteratura, tango e calcio.Tra le passioni di Jorge Mario Bergoglio, neopontefice con il nome di Francesco, il pallone c’è, come nella biografia di ogni argentino (eccetto Borges, forse). L’ex arcivescovo di Buenos Aires è tifoso e socio (tessera 88235N-0) del Club Atletico San Lorenzo de Almagro, la società polisportiva di Boedo, un quartiere della capitale argentina, non lontano da Flores, dove Jorge è nato e cresciuto .
Una squadra che oltre a dovere il nome a un sacerdote, il salesiano Lorenzo Massa, ha tra i suoi soprannomi, oltre a quello storico di Ciclòn, quello di “Cuervos”, corvi, come erano chiamati dagli avversari i sacerdoti che spesso accompagnavano il club alle partite nei primi anni di vita. Un tifo per la società di Boedo che il neopontefice ha ereditato da papà Mario, giocatore nella sezione cestistica del Ciclon e frequentatore assiduo del Viejo Gasometro, il vecchio stadio del San Lorenzo, demolito nel 1983 e cantato magnificamente da un altro “cuervo” eccellente, lo scrittore argentino Osvaldo Soriano.
Nel 2008, in occasione del centenario del club, Bergoglio aveva confessato che nel 1946, a 10 anni, lui e suo padre non si erano persi una partita del San Lorenzo, nell’anno del primo titolo della sua storia e con i dirigenti del club aveva snocciolato senza problemi, nomi e posizioni dei giocatori di quella squadra mitica. Adesso che sarà non più Jorge Mario, ma Francesco, avrà cose molto più importanti a cui pensare. Ma a Boedo sono già contenti così, perchè Jorge Mario non è solo il primo pontefice sudamericano, ma è prima di tutto è uno del Ciclòn.
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