Cultura

Il nuovo modo di navigare? Sarà “tra le nuvole”

Si chiama “cloud computing” ed è la possibilità di utilizzare il computer attraverso il web, senza software applicativi. Una rivoluzione già in cammino, che non piace a Microsoft ed Apple

di Riccardo Bagnato

Il New York Times lo ha recentemente chiamato ?cloud-computing?. Si tratta della possibilità di lavorare direttamente sul Web senza dover installare alcuna applicazione specifica sul proprio computer. Semplice no? Quasi. L?idea ovviamente non convince le software house come Apple e Microsoft. Ma è uno scenario che sembra avere più di una chance di affermarsi come la vera rivoluzione hi-tech del prossimo futuro. C?è chi parlato di rivoluzione all?uscita dell?iPhone, il cellulare Apple, per via della possibilità di dialogare con lo schermo grazie al ?multitouch? cioè direttamente con le dita. Chi intravede nel 3D la vera chiave di svolta per un cambio radicale del mondo hi-tech.

In realtà la diffusione di computer sempre più piccoli e leggeri e di cellulari sempre più sofisticati fa pensare all?esigenza di ?allocare? le decine di applicazioni che altrimenti non trovano posto in così poco spazio. Come? Spostando quel che si può sul Web.

Nei fatti il cambiamento sta già avvenendo. Google, ad esempio, offre la possibilità di scrivere come si farebbe sul proprio computer, grazie al nuovo servizio Google Apps: da qualsiasi computer è possibile aprire i propri documenti e si può scrivere a più mani sullo stesso foglio. Amazon ha lanciato il progetto Amazon Elastic Compute Cloud: uno spazio server pressoché illimitato per chi intende sfruttare il Web come piattaforma principale dei propri servizi. Lulu permette di confezionare un libro esclusivamente online, You Tube di archiviare e mostrare video, Flickr di pubblicare foto.
Il cloud computing, però, ha un grosso limite: bisogna necessariamente essere connessi alla rete. Cosa che nel 2018 – garantiscono gli analisti – sarà possibile per il 75% del Pianeta.

Ma la privacy? Già, dove sono archiviati i documenti se non sono più sul proprio computer? E chi vi ha accesso oltre a me? I maggiori provider rispondono garantendo la massima riservatezza dei dati.
Una vera e propria rivoluzione – questa – che forse potrà sposarsi con un?altra rivoluzione, anzi, forse l?unica vera rivoluzione avvenuta nel cyberspazio dopo l?avvento del Web: il peer-to-peer. Un altro Web, insomma, un?altra architettura, che oggi sfruttiamo solo per lo scambio di file musicali e non, ma che in futuro potrebbe invece servire per qualsiasi attività fornendo così – forse – anche maggiori garanzie di privacy.

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