Non profit

Il nuovo contratto e i disabili

E adesso, dopo il referendum? Un commento di Carlo Giacobini

di Carlo Giacobini

Ha vinto Marchionne, hanno vinto i sì. Il “no” ha prevalso nei 4 seggi del reparto montaggio. Tra gli impiegati 421 sì contro 20 no. Senza entrare nel merito di altre delicate questioni di tutela dei lavoratori, mi interessa qui attirare l’attenzione su un particolare aspetto che, per vicinanza professionale, conosco meglio.

L’accordo interviene infatti anche sui permessi riconosciuti dalla Legge 5 febbraio 1992, n. 104 ai lavoratori che assistono familiari con handicap grave e agli stessi lavoratori con disabilità grave. A tal proposito l’Accordo prevede che «saranno individuate (…) le modalità per un’equilibrata gestione dei permessi retribuiti di legge e/o di contratto nell’arco della settimana lavorativa».

Nella sostanza l’azienda potrà limitare, invocando necessità tecnico-organizzative, i permessi lavorativi previsti dalla Legge 104/1992. Il tutto per un’equilibrata (per chi?) gestione dei permessi. Nella sostanza quello che oggi è un diritto soggettivo, diventerà un interesse legittimo e potrà essere negato.

Un intervento e una discrezionalità di dubbia legittimità – che non hanno precedenti nemmeno nei tentativi più rigidi di restrizione di quel diritto. Si tratta sicuramente di un pericoloso precedente che impronterà i futuri rapporti sindacali e condizionerà la stessa azione degli istituti previdenziali.

Questo Accordo – almeno per le persone con disabilità – è una svolta epocale al ribasso. Oggi tocca ai lavoratori di Mirafiori, domani agli altri dipendenti privati, dopodomani a tutti i dipendenti pubblici.

Non si comprende, infatti, perchè quello che è concesso a Marchionne, non dovrebbe essere permesso, domani, alle altre aziende o al Ministro Brunetta nella sua funzione di responsabile della Pubblica Amministrazione.

La memoria anche in questo caso giova: quando Brunetta tentò di restringere e regolamentare i permessi della Legge 104/1992, vi fu una levata di scudi bipartisan.

Ora, complice la miracolistica illusione di una rinnovata produttività, a Marchionne e a Fiat viene concesso ben di più, con la benedizione delle sigle sindacali e di parte significativa dei nostri parlamentari (di maggioranza e opposizione).

Ma mentre a Marchionne rimane aperta la minacciata possibilità di fuggire sdegnosamente in Canada, le persone con disabilità e i loro familiari –  comunque – in questa Italia devono rimanere.

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