Famiglia
Il numero uno in Italia Un buon azionario a lunga gittata
Nato cinque anni fa, il san paolo etico ha aperto la strada alla finanza socialmente responsabile in Italia.
Giugno 1997. Mancano ormai pochi giorni all?inizio dell?estate. Mentre per tanti comincia già a tirare aria di vacanza, sul mercato finanziario italiano fa il suo esordio un fondo comune destinato a cambiare profondamente le scelte di investimento di migliaia di risparmiatori. Un fondo che fa da apripista nel nostro Paese a tutta una serie di attività connesse alla sua operatività, come per esempio il rating socioambientale. Per la prima volta, nel dibattito economico, entra in gioco il ruolo dell?etica nella finanza (non foss?altro per l?entità del patrimonio gestito da questo fondo che arriverà a toccare, a fine anni 90, anche i 2mila miliardi di lire). Si tratta del Sanpaolo azionario internazionale etico, il primo fondo italiano socially responsible che, assieme ad altri due fondi obbligazionari (Estero etico ed Etico, entrambi a devoluzione) andrà a costituire il Sistema etico del gruppo creditizio torinese. Una linea di prodotti di investimento sulla cui eticità sarà chiamato ad esprimere l?ultima, insindacabile parola un apposito comitato etico presieduto dal cardinale Ersilio Tonini.
Anni al 30 per cento
«Ricordo i giorni del lancio del fondo ancora con una certa emozione», dichiara Luca Martina, gestore del Sanpaolo-Imi azionario internazionale etico, «perché in quel frangente cominciava a prender corpo una sfida impegnativa ma davvero entusiasmante, quella di ?importare? anche in Italia la cultura e le metodologie del risparmio gestito in modo socialmente responsabile che invece, già da molti anni, avevano conosciuto una larga diffusione nei Paesi anglosassoni e, in particolar modo, negli Stati Uniti».
La scelta dei consulenti cadde sulla più autorevole agenzia di rating socioambientale del mondo, l?americana Kld-Kinder Lydenberg Domini (oggi membro del Siri group di cui fa parte, per l?Italia, Avanzi), fondata da Amy Domini, la pioniera del socially responsible investing internazionale. I cui consigli si rivelarono, evidentemente, subito particolarmente preziosi visto che il fondo, sin dall?inizio, applicando i criteri di screening dell?agenzia statunitense (vedi tabella), si dimostrò capace di ottenere rendimenti più che lusinghieri, anche superiori al 30% annuo nei primi tre anni.
Tuttavia, poiché il fondo tende a interpretare in modo estremamente restrittivo il proprio regolamento (di stampo prettamente cattolico) e le guidelines di Kld, nell?annus horribilis della finanza (2000-2001) esso ha ottenuto performance negative (anche meno 35%) più penalizzanti di quelle di mercato. Che hanno visto, invece, affermarsi settori strutturalmente sottopesati dal Sanpaolo quali quello petrolifero (per via dell?impatto ambientale negativo), della produzione di energia (a causa del nucleare), farmaceutico (anticoncezionali e prodotti abortivi), difesa (armamenti), bevande e cibi (transgenico).
Dalla data di lancio al 15 febbraio scorso, nell?arco, cioè, di quasi un quinquennio (orizzonte temporale peraltro consigliato dal gestore ai risparmiatori che vogliono investire in questo prodotto) il fondo ha comunque ottenuto un +24,3 % rispetto al benchmark di riferimento (Msci World), battendo con molte lunghezze di vantaggio i principali competitors internazionali, dal Domini Social Equity (-2,1% rispetto allo S&P 500) al Dreyfus Premier third century (-20,5%, S&P 500), dal Friends Provident Stuardship Unit Trust (-11,1%, Ftse All Share) al Npi Global Care Growth (-17,8%, Ftse World). Al punto che il 18 luglio 2001 il Financial Times lo ha definito «a spectacularly successful fund».
Un ripensamento
Dopo tre anni di ottimi risultati, uno di penitenza e sei mesi di limbo, il Sanpaolo-Imi azionario internazionale etico, che a tutt?oggi gestisce asset per 775 milioni di euro, sta attraversando una fase di ridefinizione delle sue strategie di investimento. Non saranno adottati più solo criteri negativi e (blandamente) positivi nella scelta dei titoli (finora è stato questo il vero tallone d?Achille del fondo), ma anche un approccio best in class e politiche di engagement (pressioni sulle imprese affinché diventino più socialmente responsabili). è inoltre allo studio l?eventualità di legare le performance del fondo a un benchmark etico: con molta probabilità, sarà l?Ethical index global di E. Capital Partners.
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