Mondo
Il nostro parto lungo 9 mesi
Adozioni internazionali. Una storia di ordinaria burocrazia
Per poter adottare un bambino c?è anche chi fa il mutuo. A raccontare a Vita tutte le traversie di una ?ordinaria? storia di adozione sono Simone e Annarita Allegrini, due coniugi di Alghero tornati da poco dal Kenya con la primogenita di 7 anni, Sara, e altri due figli adottati nel Paese africano, un maschietto di 3 e una bimba di 2. Per loro c?è voluto il tempo di una gravidanza, nove mesi di permanenza in Kenya, prima di tornare a casa con tutta la famiglia e tutti i documenti in regola. E quello degli Allegrini è un caso tutt?altro che isolato. «Siamo partiti io, mia moglie e mia figlia ad aprile«, racconta Simone Allegrini, «e siamo tornati il 31 dicembre, ma non esitiamo un minuto a mettere questa esperienza, esclusa la parte burocratica, tra le più belle cose che ci siano potute capitare». Sarà per il cognome, Simone Allegrini ha dalla sua un travolgente senso dell?umorismo. Per fortuna.
Vita: Perché c?è voluto tanto tempo?
Simone Allegrini: Tre mesi sono da mettere in conto: la legislazione kenyana li prevede per instaurare il legame di conoscenza con i bambini. Nel nostro caso i tempi si sono allungati per vari motivi. Per esempio, un problema è stato dovuto all?inefficienza del referente in loco il Cwsk – Child Welfare Society of Kenya che, al nostro arrivo, era l?unico autorizzato in tutto il paese. Tra i documenti dei bambini ne mancava uno, quello che li dichiarava adottabili. E ce l?hanno detto dopo cinque mesi e mezzo…
Vita: Un?associazione, quindi, ha il monopolio delle adozioni?
Allegrini: Il Kenya ha autorizzato soltanto tre anni fa le adozioni internazionali, e si sta ancora organizzando. Durante la nostra permanenza, proprio per l?inefficienza di questo ente, il governo ha deciso di autorizzare altre associazioni. Oggi ne esistono tre.
Vita: Altri guai e perdite di tempo?
Allegrini: La ricerca del documento di adottabilità ci ha fatto perdere un altro mese. Poi è cominciata la trafila del tribunale. C?è una sola udienza a settimana per le adozioni, se per qualsiasi motivo salta, si va alla settimana dopo. A noi ne sono saltate cinque di fila. Una volta c?era la festa nazionale in occasione del Ramadam, un?altra il giudice non s?è presentato. In Kenya i giudici possono anche presentarsi, cancellare tutte le udienze e andarsene adducendo qualsiasi motivo. Fatto sta che uno non sa quando potrà avere l?udienza. E ne servono tre per completare il percorso. Alla fine, una volta ottenuta la sentenza, ci vogliono ancora due-tre settimane per completare la documentazione.
Vita: Quanto è costata tutta questa trafila?
Allegrini: Nel nostro caso circa 35mila euro, ma c?è chi ha superato i 50mila. Una coppia partita con noi ha fatto addirittura il mutuo. Le spese burocratiche previste ammontano a 9mila euro. Poi devi andare in Kenya, e mantenerti lì per tutto il tempo. Prendere una casa in affitto a Nairobi significa altri 500 euro al mese. Bisogna aggiungere gli stipendi persi, tutti i mesi in aspettativa non retribuita. Mia moglie ha lasciato il lavoro, io sono ricercatore universitario e ho usato l?anno sabbatico, ma poche categorie hanno questa possibilità. Poi ci sono le spese extra, che in un Paese dove c?è corruzione bisogna mettere in conto.
Vita: Vi sono state chieste delle mance?
Allegrini: Sì, in diversi uffici ti fanno capire che invece di due giorni la tua pratica può impiegarci due settimane. Noi ce la siamo cavata con 800 euro in tutto. Una coppia partita con noi, la sera prima dell?udienza ha ricevuto una telefonata dall?avvocato che ha chiesto loro 700 euro, minacciando di non presentarsi in tribunale. E visto che per ottenere l?udienza c?erano voluti due mesi…
Vita: è stata dura?
Allegrini: Noi siamo stati dei privilegiati perché ospitati da un amico missionario, padre Kizito Sesana. Proprio questo ha fatto la differenza, consentendoci di vivere un?esperienza unica dal punto di vista umano. L?aspetto burocratico ci stressava, ma vivere con i bambini di Kizito a Kivuli è stato un regalo incredibile. Non tornerei indietro per nessun motivo.
Vita: Al punto da consigliare un?adozione in Kenya?
Allegrini: Sì. È un?esperienza dura, difficile, ma ne vale la pena. Dipende però da come la si vive. Il mio consiglio? Non chiudetevi in una casa con piscina protetta dal filo spinato per nove mesi ma partecipate a un?esperienza in loco.
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