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Il caso Snell. È un'azienda trevigiana di arredamento, leader nei progetti pensati per fasce deboli. Con tanti successi

di Francesco Agresti

L? isola che non c?è sta per essere realizzata, almeno negli asili nido e nelle scuole per l?infanzia, grazie a un partnership tra una cooperativa sociale di Arezzo, Koiné, e un?azienda trevigiana, la Snell Habitat. La Snell Habitat è un?impresa che produce arredamenti a Quinto di Treviso, ha 50 dipendenti ed è guidata da Ezio Favero, ingegnere cinquantenne che ha rilevato la conduzione dell?azienda di famiglia. Nel 1994 decide di realizzare arredi per strutture socio-assistenziali-sanitarie. Partendo da una struttura produttiva artigianale e investendo in ricerca e innovazione, Snell ha maturato competenze tecniche prima nell?ambito degli arredi in legno e successivamente negli strumenti di supporto alle attività degli operatori degli ospedali e delle case di cura per gli anziani. Qualche anno più tardi l?incontro con Alfredo Zengiaro, architetto vicentino che progetta arredi, e con la Lega del Filo d?Oro. «Da lì è iniziata una sfida ancora più impegnativa», racconta Favero. «Abbiamo incontrato i responsabili della Lega del Filo d?oro e abbiamo chiesto di metterci alla prova, proponendo la progettazione e l?arredo gratuito di una stanza adattata alle esigenze di persone con gravi disabilità. Il lavoro è piaciuto e così abbiamo arredato tutto il centro di Lesmo, 6mila metri quadrati coperti per 42 utenti, e stiamo ora lavorando per la nuova sede di Molfetta». A Favero l?incontro con il non profit è piaciuto a tal punto che ha accettato di mettersi di nuovo in gioco producendo questa volta una linea di arredi per asili nido e scuole per l?infanzia. Punto di partenza sono i suggerimenti delle operatrici di Koiné, coop sociale di tipo A con 335 addetti (tutti a tempo indeterminato) e 8 milioni di fatturato, che sanno bene quali caratteristiche devono avere gli arredi per essere realmente funzionali: le indicazioni vengono poi rielaborate e trasformate in progetti da Zengiaro. «Gli arredi», sottolinea l?architetto, «sono progettati con soluzioni che risolvono problemi ergonomici e funzionali, realizzati con il supporto di avanzati studi in ambito medico e psicologico sulla percezione del colore, per un miglioramento delle percezioni sensoriali dei bambini». Il ruolo di Koiné non si esaurisce con la partecipazione alla fase progettuale e la titolarità del marchio. «Oltre a fornire arredi funzionali all?esigenze dei bambini e degli operatori», aggiunge Grazia Faltoni, presidente della coop, «possiamo accompagnare le cooperative sociali che gestiscono, o che intendono avviare, servizi per l?infanzia fornendo consulenza socio- pedagogica e imprenditoriale». Koiné lavorando al fianco dell?azienda veneta ha contagiato Favero che ha deciso di avviare l?iter per certificare socialmente anche la sua azienda.


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