Egregio direttore, riguardo all?arrivo in Italia, negli ultimi giorni, di un certo numero di profughi provenienti dal Kurdistan, mi pare utile richiamare un?altra notizia, di un paio di settimane addietro, passata senza una particolare attenzione: l?estensione della copertura assicurativa pubblica della Sace al settore delle esportazioni di armi (con un budget annuale di 600 miliardi).
In altre parole, il governo italiano, mentre si dichiara in difficoltà ad accogliere poche migliaia di profughi ed emette decreti di espulsione che, se malauguratamente eseguiti, equivarrebbero ad altrettante condanne a morte, finanzia con fondi pubblici la vendita di armi anche a quei regimi dittatoriali (tra cui la Turchia che è tra i principali acquirenti di armi italiane) la cui politica obbliga interi popoli (tra cui i curdi) a emigrare per sfuggire alle persecuzioni.
Spero almeno che quanto accade spinga il Parlamento ad annullare questa insensata misura di sostegno pubblico alle esportazioni di armi (magari destinando una piccola parte di quella somma all?accoglienza di chi, sfuggendo alle persecuzioni di regimi troppo spesso sostenuti dai Paesi occidentali compreso il nostro, ha almeno il diritto a non essere rimandato in braccio ai suoi torturatori).
Ringraziando per l?eventuale pubblicazione, porgo distinti saluti.
Fausto Angelini
Lega Obiettori
di Coscienza
via Assiotta 13/a
10128 Torino
Risponde R. Bonacina
Ringraziamo Angelini per le informazioni rare che puntualmente ci invia e che in questa pagina di lettere giriamo ai nostri lettori. La sua lettera ci ricorda con quanta incoerenza il nostro Paese sta gestendo la questione degli sbarchi sulle coste pugliesi. Incoerenza tra politica estera e politiche dell?accoglienza, tra politiche dell?accoglienza e quelle per l?ordine pubblico. Incoerenze che riguardano oggi i curdi, ieri gli albanesi, domani magari gli algerini. Manca una legge efficace sui rifugiati e l?Italia è in questo l?ultimo Paese in Europa. La legge sull?immigrazione sta per essere varata. Basterà?
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