Sostenibilità
Il nostro cibo senza segreti La sfida dell’etichetta trasparente
Sicurezza alimentare
di Redazione
Tracciabilità dal campo alla tavola.
È il più potente strumento di controllo che può essere messo a disposizione dei consumatori.
Anche perché, nonostante molte leggi, i controlli nel nostro Paese sono ancora carenti e suddivisi
tra troppi soggetti. Un disegno
di legge del governo
va proprio in questa direzione.
Riuscirà ad arrivare in porto?di Piero Pacchioli
«Garantire la sicurezza del nostro cibo e dei nostri farmaci è una delle più fondamentali responsabilità di un governo». Questo l’approccio di Barack Obama al problema della sicurezza alimentare. Nel mezzo della crisi economica che sta sconvolgendo l’economia mondiale, il presidente ha messo al centro di uno dei messaggi del sabato proprio il tema dei controlli sugli alimenti. Non solo parole ma anche fatti concreti. La Fda – Food and Drug Administration, Autorità Usa deputata al controllo sulla sicurezza degli alimenti, ad esempio, verrà potenziata e soprattutto tornerà a svolgere il suo lavoro. Negli ultimi anni, infatti, l’Autorità è stata più impegnata ad autorizzare la commercializzazione di nuovi farmaci piuttosto che ad eseguire controlli sugli alimenti. Risultato: il moltiplicarsi di casi di contaminazione di alimenti culminato con l’epidemia di salmonella provocata dal burro di arachidi. In risposta a questa situazione critica, il presidente ha annunciato nuove nomine ai vertici dell’Autorità e un maggior sostegno finanziario finalizzato in primo luogo ad ampliare l’organico per consentire un controllo capillare delle industrie produttrici o distributrici.
Già perché queste frodi sono state possibili grazie anche e soprattutto al cattivo funzionamento della catena di controllo che ha permesso di aggirare leggi e regolamenti per anni senza alcun rischio. Gli stessi funzionari addetti al controllo, in alcuni casi, si sono trasformati addirittura in complici rendendo così ancora più “sicura” la truffa. «Non è un solo un problema di normativa», spiega Eliana Caputo, responsabile Sicurezza alimentare del Movimento Consumatori. «Le regole ci sono e sono chiare. Molto spesso, anzi, gli stessi produttori si lamentano dell’eccessiva quantità di leggi che regolano il settore. Quello che manca è una seria e costante opera ispettiva e sanzionatoria».
Altro nervo scoperto del settore è quello del coordinamento. «Le competenze in materia di sicurezza alimentare sono eccessivamente frammentate», spiega ancora Eliana Caputo. C’è il ruolo del ministero della Salute, quello del ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali, ci sono i nuclei speciali dei Carabinieri e ci sono le Asl. Oltre a questi soggetti, molti altri sono a diverso titolo impiegati in attività collegate alla sicurezza alimentare.
«Manca un soggetto che coordini e organizzi le priorità, gli interventi e stabilisca i ruoli di questa partita. Nella scorsa legislatura sembrava che fossimo quasi alla soluzione del problema, quando il governo decise di creare l’allora Comitato nazionale per la sicurezza alimentare, ora trasformato in Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare». Questo ente avrebbe dovuto avere il ruolo fondamentale di collegamento tra le attività nazionali e l’Agenzia europea con sede a Parma. Peccato che per ora l’Agenzia italiana, in mancanza di norme attuative, si sia aggiunta alla lunga lista di enti “fantasma” non avendo svolto, dalla costituzione, nessuna attività concreta.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.