Cultura

Il nostro brand anti slogan

di Redazione

di Martino Pillitteri
Dopo tre anni di lavoro abbiamo vinto la battaglia della visibilità, ma non abbiamo vinto quella della narrativa nei media e quella delle rappresentazioni nell’opinione pubblica. Sui mezzi di comunicazione mainstream e tra i discorsi della gente, prevale ancora quello che dicono i superconservatori. I loro temi, i loro punti di vista, i loro messaggi sono più ricordati e citati dei nostri. Un loro grido di follia cancella 99 nostri appelli di pace e di best practice. Un Yalla Italia on line con traduzione in arabo e inglese può amplificare la nostra comunicazione e ci permetterebbe di competere con quelli che ottengono il massimo dei risultati con il minimo sforzo. E chi sono queste persone? Un primo campo è rappresentato da intellettuali, accademici, figure religiose di prestigio che formulano e producono sempre delle scuse come la politica estera americana, l’islafomofobia degli europei, la questione israeliana-palestinese per difendere le derive ideologiche e comportamentali degli islamisti. Poi c’è il gruppo anti Islam a priori. Sono solitamente ex musulmani o scrittori-giornalisti politicizzati che non perdono occasione per denigrare la nostra fede, e asserire continuamente che il problema non sono i musulmani ma l’Islam in quanto, secondo le loro convinzioni, non sarebbe compatibile con la modernità.
Per il primo gruppo, gli indipendenti come noi sono considerati dei dissidenti, degli amici dell’Occidente (anche quando molti di noi sono occidentali di fatto); il secondo campo, invece, ci considera dei talebani arrretrati e anti progressisti anche quando l’evidenza dimostra il contrario. Sono loro i nostri competitors. Sono loro che rendono il nostro lavoro ancora più difficile ed impegnativo ma anche stimolante. Non basta smarcarci da questi gruppi e comunicare agli italiani che non bisogna essere meno musulmani per essere veri europei né meno europei per essere più musulmani. Pensiamo in grande: lavoriamo per diventare un brand a cui i consumatori di notizie, di punti di vista, di intepretazioni si rivolgono e si affezionano. Il nostro brand sarà l’antidoto contro tutti i trend di bigottismo e di fanatismo che parlano a nome di noi tutti.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.