Cultura
Il non profit passa all’attacco
Duro scontro fra il comune e il settore. Pronte nuove contestazioni e una manifestazione nazionale
di Luca Zanfei
Nulla di fatto. La conferenza indetta sabato mattina dal comune di Napoli come risposta all’occupazione di Palazzo San Giacomo da parte di esponenti del terzo settore locale “è stata un sostanziale fallimento”, afferma il presidente di Gesco, Sergio D’Angelo.
Gli oltre 500 addetti ai lavori accorsi all’incontro hanno così dovuto riporre ogni speranza per lo sblocco dei 100 milioni di debito nei confronti di cooperative e associazioni locali.
«Per l’ennesima volta il comune ha lamentato la mancanza di trasferimenti da parte della Regione Campania, dichiarando di poter assicurare l’anticipo solamente di 5 milioni di euro – spiega D’Angelo – Di fonte al debito di 100 mln si tratta di una presa in giro». Così si ritorna alle promesse, «l’amministrazione ci ha assicurato che farà pressione sul governo perché nel milleproroghe vengano inseriti i servizi sociali tra quelli indispensabili indicati dalla legge Mancini – continua D’Angelo – Questo potrebbe dare una corsia preferenziali ai finanziamenti provenienti dal governo centrale». Ma per ora si tratta solo di parole e così non rimane che continuare la lotta sul territorio.
«Prendiamo atto delle difficoltà del comune e siamo consapevoli che le colpe di questo affossamento del welfare sono equamente distribuite tra tutta la filiera istituzionale (governo, regione e comune) – sottolinea il presidente di Gesco – Per senso di responsabilità abbiamo deciso di sospendere l’occupazione di Palazzo San Giacomo, ma di certo continueremo nella nostra protesta con nuove e più eclatanti azioni dimostrative».
Nel frattempo dal terzo settore campano parte già l’appello per l’organizzazione di una manifestazione a livello nazionale contro l’idea di welfare promossa dal governo. «Quello che sta succedendo qui in Campania rischia di coinvolgere molte regioni italiane – afferma D’Angelo – A monte del problema, infatti, c’è la sciagurata decisone del governo di tagliare i fondi alle politiche sociali e alle amministrazioni locali. Una scelta che si ripercuote direttamente sulle organizzazioni di terzo settore e principalmente sulla qualità della vita di milioni di cittadini».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.