Vengo spesso accusata di criticare e di non essere propositiva. Giusto.
Vengo spesso criticata perché prolissa. Corretto.
Vengo spesso sollecitata a scrivere in modo più leggero (cosa che per chi misura 1,85 cm di altezza e 70 Kg di peso, risulta essere sempre un po’ difficile).
Cercherò di accontentarvi con i miei personalissimi, stringati e leggeri CONSIGLI PER CHI LAVORA NEL NON PROFIT:
1. Associazione, Onlus, Ong e qualsivoglia ente Non Profit in cui vi troviate, non appartengono a coloro che li “dirigono”. Non abbiate quindi mai paura di loro. Siate invece terrorizzati dal non sapere come aiutare le categorie deboli ( i Vulnerabili), per cui state in realtà lavorando.
2. Denunciate e sdegnatevi per la mala fede e le scorrettezze o ingiustizie messe in atto da chi è pagato per occuparsi dei Vulnerabili. Così facendo, non “rovinerete” il Non Profit (sono tutte balle!). Farete semplicemente un servizio a voi, ai sostenitori e a chi rappresentate.
3. Voi non siete più buoni degli altri e non siete entrati in Paradiso. Armatevi pertanto di umiltà, obiettività, razionalità, buon senso e spirito critico. Sempre e comunque. Vi serviranno.
4. I vostri unici datori di lavoro sono i vostri Beneficiari. Non dimenticatevelo mai e chinatevi solo e sempre al loro cospetto.
5. Se volete “fare carriera” calpestando i vostri colleghi, saltate tutto e andate al consiglio N. 13
6. Non accettate mai di parlare solo ed esclusivamente di Fundraising. Il Non Profit deve avere un obiettivo sociale che risponda ai criteri di reale urgenza e reale emergenza senza i quali non ha ragione di esistere. Se i manager del Non Profit non sognano e non sono spinti da fervore e rabbia (per ciò che accade nel Mondo e ai Vulnerabili) ribellatevi.
7. Se non siete riusciti a “vendere” nemmeno un Progetto, prima di entrare in crisi esistenziale, chiedetevi se il problema non sia nella vacuità di ciò che il Progetto racconta. Se invece il Progetto ha contenuto ma voi avete parlato solo di sport, del tempo, della vostra vita (per essere più empatici), spero entriate in una profonda crisi professionale.
8. Fiducia, Empatia, Amicizia non sono e non possono essere obiettivi del vostro lavoro. Cercate e pretendete contenuto; il resto verrà da sé e se non verrà pazienza. Siete dei professionisti. Per una corrispondenza di amorosi sensi dovete andare in altri posti.
9. Voi non siete Agenzie di comunicazione, eventi, promozione delle Aziende con cui collaborate. Sono Loro a dover chiedere permesso, per favore e grazie. Come fare? Dite “No”, qualche volta, usando la lingua che conoscono. Parlate cioè del guadagno che riceveranno a fronte di una spesa assolutamente ridicola (perché è sempre ridicola, ve l’assicuro). Alla fine, ricordategli la differenza tra i loro consumatori e i “nostri”, non servirà a nulla ma vi sentirete fieri mentre riceverete quel NO.
10. Non fatevi trattare come Tour Operator dai vostri Testimonial. Se vi sfruttano per andare in vacanza, meglio non averli. Piloteranno sempre la vostra mission a seconda dei luoghi da visitare.
11. Non regalate viaggi alla Stampa affinché scrivano un trafiletto. Devono scrivere, è un obbligo sociale. Se non lo fanno indignatevi e protestate con chi di dovere. Servirà a poco ma stare in silenzio è peggio.
12. Studiate, studiate e studiate. “Giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio cose” di Morettiana memoria,non servono mai, a maggior ragione nel Non Profit. Leggete i giornali, informatevi su attualità, fatti, competitors e imparate numeri e dati.
13. Il Non Profit non è un Rehab Center. Se vi sentiti o siete stati rifiutati dal profit; se non avete motivazione; se siete seduti ad una scrivania solo grazie ai due mesi da barelliere nella Croce Rossa, alzatevi e andate altrove. State rubando soldi ai vostri beneficiari.
Buon lavoro a tutti!
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