Non profit

Il non profit nelle nebulose fiscali

Su Vita del 17 febbraio 2006 Salvo Pettinato, membro dell'agenzia per l'onlus presenta le sue amare riflessioni sullo stato delle questioni fiscali relative alle onlus...

di Riccardo Bonacina

Su Vita del 17 febbraio 2006, Salvo Pettinato, quale membro dell?Agenzia per le onlus, presenta le sue amare riflessioni sullo stato delle questioni fiscali relative alle onlus, vittime, a suo dire, di accanimento fiscale. Condivido in pieno il suo autorevole giudizio e constato purtroppo che ci siamo imbarcati in un tecnicismo che rischia di aggravare i problemi gestionali degli enti, senza arrecare vantaggi né all?Erario né agli enti stessi. Ricordo che già nel 1999 con Pettinato, Fiorentini e altri avevamo costituito per Vita un Osservatorio che si era concluso individuando ?nove nebulose fiscali? da chiarire e constato che i problemi sono a tutt?oggi irrisolti. è ben vero che vi è stato un abuso nell?utilizzo di vantaggi fiscali nel settore non profit; è ben vero che ho sempre sostenuto che «il non profit cattivo scaccia quello buono»; ma ora il settore rischia di soffocare per eccesso di perfezionismo giuridico-fiscale inutile, assai nocivo. In vista della costituzione di un nuovo governo, con davanti un?intera legislatura, è forse bene porsi obiettivi concreti anche per la normativa del settore non profit. Le linee di indirizzo per una corretta e positiva legislazione sul non profit dovrebbero rispondere alle seguenti esigenze: 1) Rendere la legislazione fiscale semplice e chiara, superando le tortuosità e incertezze che attualmente la caratterizzano. Per fare questo occorre affrontare alcune questioni che di seguito si indicano; 2) Definire da un punto di vista civilistico i soggetti meritevoli di aiuto, sia con riferimento chiaro ai soggetti da agevolare, che con la definizione precisa dei caratteri statutari degli enti meritevoli di aiuto; 3) Totale esclusione dalle imposte dirette di tutti gli enti come sopra individuati, con meccanismi di esenzione semplici, quali, ad esempio, l?accantonamento in esenzione di avanzi o utili fiscali, collegati al reinvestimento o all?utilizzo per le finalità statutarie; 4) Attuazione di verifiche da parte della Guardia di Finanza dei requisiti civilistici e fiscali per l?ammissione alle agevolazioni; 5) Rafforzamento dell?Agenzia per il terzo settore, non solo in chiave fiscale, bensì di promozione e sviluppo del settore non profit; 6) Costituzione di registri dei soggetti agevolati, a cura dell?Agenzia del terzo settore, ove inserire i soggetti agevolati, con la possibilità di verifiche di correttezza formale e sostanziale. Mi rendo conto che le proposte sono forse troppo semplicistiche, ma non credo che procedendo nell?attuale impostazione fiscalistica dei problemi degli enti non profit si persegua l?interesse del terzo settore e della collettività. Adriano Propersi, Milano Caro Propersi, sono d?accordo su tutto, tranne che su un aggettivo. Non sono d?accordo sul fatto che le sei proposte che lei avanza siano semplicistiche, sono, piuttosto, semplici. E credo che il rapporto tra fisco e non profit abbia più che mai bisogno di semplicità e semplificazioni. Pena rimanere intrappolati in quelle famose ?nebulose fiscali? che si fanno via via più fitte.


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