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Il non profit merita un nuovo status
Riforme. Autonomia statutaria e libertà dimpresa per le associazioni
Una nuova e piena personalità giuridica per il non profit. Una maggiore autonomia statutaria per le associazioni. Il superamento dei controlli di merito da parte della pubblica amministrazione (al momento della costituzione). La possibilità di intraprendere attività d?impresa se coerenti con la loro mission e senza perdere la natura di onlus.
Un volto nuovo per l?associazionismo. Più dinamico e libero. Più moderno. In sintonia con i tempi. Lo hanno tratteggiato gli esperti della commissione presieduta da Roberto Pinza, viceministro dell?Economia dell?esecutivo Prodi, preparando il testo della riforma del Libro I, Titolo II del Codice civile (che risale al 1942).
Una svolta autentica, che era attuabile già un anno fa: l?articolato di legge era pronto per l?approvazione in Consiglio dei ministri, pareva condiviso da settori della maggioranza e dell?opposizione; per il suo iter parlamentare non si prevedevano particolari ostacoli.
«Purtroppo per un errore non era stato inserito nella commissione alcun rappresentante del ministero della Solidarietà sociale», spiega Stefano Zamagni, presidente dell?Agenzia per le onlus e fra gli esperti di Pinza, «e questo ha spinto il ministro Ferrero a bloccarne l?approvazione».
Il confronto si è quindi riaperto (anche con il ministero di Giustizia). Quando sembrava che finalmente si fosse raggiunta l?intesa, la crisi del governo ha fermato anche questa riforma. Del resto la ?logica? dei veti incrociati ha prodotto il paradosso per cui i decreti sull?impresa sociale – approvati il giorno della caduta di Prodi – non sono stati ancora pubblicati in Gazzetta Ufficiale, superando il termine di due mesi previsti dalla norma.
C?è proprio da sperare che la prossima maggioranza assuma la riforma elaborata dagli studiosi (che ha trovato il consenso di Confindustria e dei sindacati) e che non si debba ripartire da zero. «Questo è anche il mio augurio», commenta l?onorevole Roberto Pinza.
«Quando sono andato al governo ho adottato quei provvedimenti che ho ritenuto buoni, indipendentemente dalla loro provenienza. Certo un ritorno al governo del centrosinistra faciliterebbe le cose. Ma nulla esclude che il testo possa essere fatto proprio anche da un altro esecutivo. Tanto più che dietro c?era un lavoro molto qualificato fatto dai maggiori giuristi italiani».
I risultati si sarebbero visti. La possibilità di svolgere attività d?impresa (per fini coerenti con la propria mission) avrebbe significato una maggior libertà d?azione, un flusso più programmabile di risorse, un impegno più costante nel tempo e un prevedibile aumento di incisività. «Né va sottovalutato», prosegue Pinza, «il riconoscimento dell?autonomia associativa (fino a oggi sottoposta a riconoscimento concessorio). Avrebbe significato finalmente l?espressione completa di quanto prevede l?articolo 2 della Costituzione. Oggi tutti si rifanno al principio di sussidiarietà perché è più recente, ma quell?articolo riconosce l?assoluta libertà associativa come espressione della persona che quindi fa parte dei diritti naturali che sono riconosciuti, non di quelli che vengono attribuiti dallo Stato».
Insomma, ragioni per recuperare il testo licenziato dalla commissione Pinza ce ne sono parecchie. «Sarebbe utile riprendere anche altri progetti accantonati: quello sulla riforma della legge sul volontariato e quello sui titoli di solidarietà», aggiunge Zamagni. «I titoli di solidarietà saranno uno strumento prezioso per far decollare l?impresa sociale e le nuove forme di associazioni previste dal Codice riformato. Sono del resto un prerequisito per arrivare a un mercato dei capitali non profit. Come abbiamo il Mac – il mercato alternativo dei capitali – per soddisfare i bisogni delle piccole imprese escluse dalla Borsa tradizionale, analogamente è sempre più necessario creare un mercato dei capitali per il mondo del non profit».
IDENTIKIT
Giangi Milesi.
54 anni, è presidente del Cesvi dal 2005, dopo aver ricoperto il ruolo di direttore dell?Unità raccolta fondi, comunicazione, educazione dal 1° marzo 2000.
Roberto Pinza.
Viceministro uscente dell?Economia, classe 1941, forlivese di nascita, è sposato e ha un figlio. Ha deciso di non candidarsi alle prossime elezioni politiche.
Stefano Zamagni.
Nato a Rimini nel 1943, ordinario di Economia politica all?università di Bologna. È il padre della legge che ha istituito le onlus in Italia. Dal gennaio 2007 guida l?Agenzia per le onlus.
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