Non profit

Il non profit, la mia seconda giovent

Ricominciare a 62 anni: è stata la scelta di Antonio Mandelli, ex top manager attento al sociale, che ha dato un calcio alla pensione e si è buttato nella CdO non profit

di Paolo Manzo

Lavorando come manager nel profit, ho sempre fatto anche del non profit: cooperative di costituzione lavoro, centri culturali, tra gli ideatori del Banco Alimentare con Danilo Fossati, Fondazione Moscati (un?opera d?assistenza per anziani), creatore di Cultura cattolica che, di fatto, è un sito non profit. Poi l?anno scorso, a 62 anni, con 7 figli e un nugolo di nipoti, ho smesso di lavorare e Giorgio Vittadini mi ha chiesto di fare il presidente della Federazione dell?Impresa sociale. Il mio passaggio al non profit, quindi, è stato graduale, se vuole anomalo, ma la mia idea è che i problemi nella gestione e nella conduzione siano gli stessi, nel profit e nel non profit: assumere personale, fare contratti di lavoro, comprare servizi, affittare ambienti, impegnarsi a fornire servizi, occuparsi della loro qualità, gestire dei rapporti. Cambia che, dove sono ora, non ci sono dividendi e, quindi, ci vuole una forte motivazione ideale. L?animo è diverso, ma il tipo di temi da affrontare è lo stesso: problemi organizzativi, societari, di governance, di finanziamento, di cash flow e sindacali, assolutamente analoghi a quelli del mondo profit. Sono appagato della scelta fatta, continuerò finché il buon Dio mi darà le energie e, da quando sono entrato nel non profit a tempo pieno, ho notato che in questo mondo c?è un?estrema vivacità, un grande polimorfismo d?iniziative. La fantasia della gente porta a creare opere che spaziano dalle scuole all?assistenza sanitaria, dagli anziani ai disabili, dai minori in difficoltà all?ambiente. C?è un polimorfismo che uno non si aspetta e in CdO ho capito che il non profit sta in piedi soprattutto per la capacità imprenditoriale di gente fantasiosa che ha iniziato a mettersi in azione. Ai neolaureati consiglio di fare un?esperienza non profit perché, con possibilità retributive non dissimili rispetto al profit, qui il giovane può fare un?esperienza umana che arricchisce, e con la stessa professionalità delle aziende private. Noi come Federazione dell?Impresa sociale, pur non facendo ?head hunting? in modo strutturale, riceviamo tante richieste di nostre imprese che ci richiedono risorse umane. Inoltre, abbiamo tanti giovani che si propongono e, a chi vuole fare un?esperienza nel non profit, dico: rivolgetevi a noi. Non ve ne pentirete. Antonio Mandelli


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