Non profit

Il non profit ha conquistato un ateneo su tre

È il primo censimento dei master per manager del terzo settore. Nord e centro in crescita. Fermo il sud. Tassi di occupazione molto alti (di Maddalena Bonicelli).

di Redazione

Ventun università, vale a dire oltre il 30% degli atenei italiani, dedicano corsi di specializzazione e master all?Economia della cooperazione e delle organizzazioni non profit. In dettaglio sono 14 master di primo livello, due master di secondo livello e sette corsi di perfezionamento, in tutto 23 iniziative, omogenee per i temi trattati, che si concentrano nel Nord e Centro Italia, lasciando praticamente ancora scoperto il Sud. Sono conteggi fatti da Mario Salani, dell?Università la Sapienza di Roma, in vista del convegno che Aiccon, l?Associazione italiana per la promozione della cultura della cooperazione e del non profit, organizza il 19 marzo a Bologna (vedi info). Salani punta l?attenzione anche su un altro dato interessante: «Dalla ricognizione sistematica, ma non ancora esaustiva svolta, risulta che l?offerta è ormai davvero significativa: si tratta, a vario titolo, di 680 posti di formazione all?anno». Quasi 700 posti quindi (per i due corsi a distanza rilevati è stato preso in considerazione il numero minimo di 50 studenti per corso), nati in tempi davvero recenti, visto che il 40% dell?iniziative è stato varato solo nell?ultimo anno. L?offerta è alta. Ma la domanda da parte dei giovani che trend sta seguendo? Anche in questo caso, i numeri sono significativi sia per quanto riguarda gli iscritti, che coprono circa l?80% dei posti disponibili («Anche se», precisa Salani, «ci sono avvii differenziati e non confrontabili»), sia per quanto riguarda il mondo del lavoro, con tassi di occupazione altissimi, mediamente dell?80% al Nord e del 50-70% al Centro. Alcuni aspetti colpiscono particolarmente, a partire dal numero di docenti tra ordinari, 79, e associati, 84, che negli ultimi sette anni si sono specializzati in questo ambito. E poi va sottolineato il numero elevatissimo, praticamente equivalente, di docenti provenienti dall?esterno del mondo accademico, per portare le loro testimonianze. Questo legame con l?esperienza esterna all?università emerge come fattore caratterizzante sotto più punti di vista: risultano quasi ovunque rapporti di coordinamento o relazioni stabili con soggetti esterni. Inoltre, l?università può assumere addirittura la sola responsabilità didattica nei confronti di proponenti esterni; ci sono casi di società costituite ad hoc; alcuni corsi sono finanziati dal Fondo sociale europeo. Ma il dato più diffuso è la partecipazione diretta del mondo del Terzo settore e della cooperazione, di fondazioni bancarie, banche, Camere di commercio, Comuni e Province, dando atto di un rapporto forte, stabile e diretto con la domanda e con il territorio. Sembra quindi che si stia consolidando un?offerta che ha visto come suoi precursori, a partire dal 1996, gli atenei di Bologna, quindi di Trento e della Bocconi di Milano. Un percorso che Giulio Ecchia, presidente del corso di laurea in Economia e management delle organizzazioni cooperative e del non profit di Forlì, sintetizza nelle tappe che, dal corso di diploma del 1996, hanno portato oggi a un?offerta che sfrutta al massimo la riforma universitaria. La proposta di corso di laurea base, più specialistica, più master, più teledidattico, conferma l?importanza del legame con la domanda e con il territorio. «Per esempio, fin dall?inizio», spiega il professor Ecchia, «l?offerta dell?università di Bologna nella sede di Forlì ha avuto un chiaro aspetto identitario. Non è nata come offerta adattata o derivata da offerte rivolte al pubblico, che vedono il non profit come ?stampella? dell?economia, o dalle aziende, tese più all?efficienza che all?efficacia. Una proposta identitaria deve essere per forza legata ad un territorio capace di stimolare e offrire opportunità a queste figure. Questo è ciò che sta succedendo a Forlì dove l?università assieme ad Aiccon sta creando un distretto dell?economia civile». Per quanto riguarda il futuro, Ecchia non ha dubbi: «Lo stadio attuale va paragonato a quello che vive il Terzo settore, cioè si sta esaurendo la fase tesa a definire un modello identitario (in questo ha aiutato l?avvento dell?impresa sociale) ed è iniziata la fase del consolidamento e della crescita, che richiede uno sforzo maggiore che i singoli corsi di laurea non possono sostenere singolarmente. È necessario quindi creare delle reti di ricerca a livello nazionale e internazionale».

Maddalena Bonicelli

Info: E A Bologna la formazione universitaria va a convegno

La formazione universitaria in Economia della cooperazione e delle organizzazioni non profit: i nuovi percorsi formativi è il titolo del convegno nazionale promosso da Aiccon, che si svolgerà per l?intera giornata del 19 marzo a Bologna, presso l?Aula Prodi San Giovanni in Monte, con la collaborazione di Vita e della rivista Non Profit. A partire dalle 10, sono previste tre sessioni di dibattito. La prima è dedicata ai corsi di laurea di base e specialistica; la seconda ai master e ai corsi di specializzazione post laurea, per dare atto dell?intero panorama formativo e delle sue peculiarità; la terza prevede un momento di confronto europeo e una tavola rotonda con i principali attori, espressione della domanda formativa del non profit, interessati nella promozione di questi settori.

Segreteria Aiccon tel. 0543.62327; aiccon@spfo.unibo.it

Partecipa alla due giorni per i 30 anni di VITA

Cara lettrice, caro lettore: il 25 e 26 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, VITA festeggerà i suoi primi 30 anni con il titolo “E noi come vivremo?”. Un evento aperto a tutti, non per celebrare l’anniversario, ma per tracciare insieme a voi e ai tanti amici che parteciperanno nuovi futuri possibili.