Mondo

Il nazionalismo dei vaccini per il Covid-19 affossa i Paesi più poveri

Industrie farmaceutiche e Stati devono prendere atto che la distribuzione dei vaccini non sta affatto avvenendo sulla base di criteri medici, è putroppo il PIL a decidere chi può essere vaccinato e chi no a livello globale. La situazione disastrosa dell'Africa. Il richiamo del Papa e dell'Oms inascoltati. Lo scandalo di un vaccino che aumenta le diseguaglianze

di Riccardo Bonacina

“Sa quante persone hanno vaccinato ad oggi in Africa?“ chiedeva l’immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas, a Lucia Bellaspiga che lo intervistava per Avvenire lo scorso 28 gennaio. “Venticinque” era la drammatica risposta che il professore emerito dava, evidenziando lo scandalo etico e sanitario del mancato invio di vaccini ai paesi poveri.

Sempre il 28 gennaio scorso sul british medical journal diversi scienziati scrivono che al 14 gennaio “il 95 % delle dosi di vaccino finora somministrate nel mondo è limitato a 10 paesi … (Stati Uniti, Cina, Gran Bretagna, Israele, Emirati Arabi Uniti, Italia, Russia, Germania, Spagna e Canada)”. Nonostante in tanti si siano scandalizzati per la maldestra uscita di Letizia Moratti sul rapporto vaccinazioni e Pil, è dunque palese che nei fatti la distribuzione dei vaccini non sta affatto avvenendo sulla base di criteri medici, è putroppo il PIL a decidere chi può essere vaccinato e chi no a livello globale.

Il presidente dell‘OMS Tedros lo ha sottolineato con molta forza riconoscendo che “i paesi ricchi hanno ragione a volere che le loro popolazioni vulnerabili e anziane siano vaccinate, ma si interroga sul perché dovrebbero procedere a vaccinare gruppi a bassa priorità in un momento in cui molti paesi in tutto il mondo non possono vaccinare nemmeno i gruppi prioritari”. E propone che “i paesi ricchi condividano le loro scorte per consentire una copertura più equa dei gruppi ad alto rischio in tutto il mondo… in modo che nei primi cento giorni dell’anno si compia la vaccinazione del personale sanitario e degli anziani in tutte le nazioni”.

Qualora prevalesse la logica perversa del “nazionalismo dei vaccini” e la loro distribuzione avvenisse, ancora una volta, sulla base del profitto economico, i vaccini – sostiene il presidente dell’OMS – andrebbero a costituire “un altro mattone nel muro della disuguaglianza tra i ricchi e i poveri del mondo”. “Il mondo – avverte ancora Tedros – si trova sull’orlo di un catastrofico fallimento morale – e il prezzo di questo fallimento sarà pagato con vite e mezzi di sussistenza nei paesi più poveri”.

Perché il rischio, sottolineato più volte dal Papa, è che nel vaccino per il Covid-19 si dia “la priorità ai più ricchi”. E sarebbe scandaloso se tutta l’assistenza economica prevista, soprattutto con denaro pubblico “si concentrasse a riscattare industrie che non contribuiscono all’inclusione degli esclusi, alla promozione degli ultimi, al bene comune o alla cura del creato”. Così nella benedizione Urbi et Orbi nel giorno di Natale Bergogio ha detto : “Non possiamo lasciare che i nazionalismi chiusi ci impediscano di vivere come la vera famiglia umana che siamo. Non possiamo neanche lasciare che il virus dell’individualismo radicale vinca noi e ci renda indifferenti alla sofferenza di altri fratelli e sorelle. Non posso mettere me stesso prima degli altri, mettendo le leggi del mercato e dei brevetti di invenzione sopra le leggi dell’amore e della salute dell’umanità. Chiedo a tutti: ai responsabili degli Stati, alle imprese, agli organismi internazionali, di promuovere la cooperazione e non la concorrenza, e di cercare una soluzione per tutti: vaccini per tutti, specialmente per i più vulnerabili e bisognosi di tutte le regioni del Pianeta. Al primo posto, i più vulnerabili e bisognosi”.

Al 28 dicembre 2020, l'Africa conta 2.644.112 contagi e 62.366 decessi legati al COVID-19. Il Sud Africa rappresenta il Paese più colpito del continente, e ha recentemente superato la soglia del milione di contagi, con 1.004.413 di casi e 26.735 decessi. Secondo gli esperti, inoltre, la nuova variante del virus, 501.V2, rilevata nel Paese è più contagiosa di quelle finora note ed è diventata dominante in molte aeree. Ma, come ricorda un bel dossier di Amref sul tema, l’Africa per immaginare campagne vaccinali deve prima superare i gap costituiti da deficit di finanziamento, sistemi sanitari deboli, scarsa infrastruttura della catena di approvvigionamento e criteri di ammissibilità e prioritizzazione indefiniti per garantire che le popolazioni più vulnerabili ricevano l’accesso il prima possibile. Possiamo farcene carico?

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