Volontariato

Il Muro di Berlino è in Costa Azzurra

Della grande barriera di cemento abbattuta il 9 novembre del 1989 oggi non restano che pochi e preziosi frammenti contesi dai collezionisti di tutto il mondo.

di Genéviève Hesse

Quella del giugno 1990 si preannunciava davvero un?asta straordinaria per il collezionismo internazionale. Riunitosi a Montecarlo per acquistare alcuni pezzi di storia che i banditori assicuravano provenire dall?Anti Fascist Protection Wall. Il Muro di Berlino. Ossia le 120 mila tonnellate di cemento, simbolo della Guerra fredda e barriera invalicabile tra le due anime della città tedesca, la cui sorte è avvolta nel minstero. Come arrivarono nella capitale monegasca i pezzi che oggi arredano la sala da pranzo dell?ereditiera Liljana Hennessy e che la contessa Rizzoli pagò 27 mila marchi per arricchire il giardino della sua villa di Cap Ferrat? E che fine ha fatto il resto del gigantesco muro? L?ultima volta che lo si vide intero fu qualche istante prima che davanti alle telecamere di tutto il mondo, il 9 novembre 1989, i berlinesi si scagliassero contro l?odiato monumento con ogni mezzo disponibile. In diretta, infatti, tra lacrime di gioia, iniziò la sua distruzione. E anche la sua ?svendita? sulle bancarelle di souvenirs. Se non fosse stato per antiquari ed esperti che lo definirono ?artisticamente poco interessante?, il governo della Ddr, suo legittimo proprietario, lo avrebbe venduto per 45.000 lire al pezzo. E intanto, nel disinteresse politico, il muro scompariva pietra dopo pietra. Al caotico sciacallaggio, grazie a un?originale forma di conservazione dei beni culturali, si sottrasse solo la ?porzione? di Waldemarstrasse nell?elegante quartiere Kreuzberg di Berlino. Scelto come quartier generale da un gruppo di anarchici che con cani, borchie e piercing al naso tennero lontano i curiosi. Proprio il pezzo, dipinto a cuori rossi da Kiddy Citny e Thierry Noir, venduto a Montecarlo e per cui i due pittori ora chiedono alla casa d?aste un risarcimento di 350.000 marchi a testa. Nel gennaio del ?90, l?esercito nazionale prese in mano la situazione raccogliendo le ultime 360 sezioni intatte ed affidandone la vendita alla Limex. Una ditta di import-export, specializzatasi in commercio di moneta pesante durante la Guerra fredda, che ?passò la patata bollente? a una compagnia della Germania Ovest creata proprio per vendere il muro: ?Le Mur?. La stessa che nel giugno di quell?anno, sotto la guida di Judith Lacroix, guadagnò oltre un milione di marchi e ne versò 700 mila sul conto del ministero delle Finanze tedesco. Ma le sezioni vendute a Montecarlo non erano che una piccola parte del muro. E il resto? Hagen Koch, l?ufficiale dell?esercito che supervisionò le operazioni di smantellamento, disse che alcuni dei pezzi furono regalati a diplomatici stranieri e che il rimanente fu trasportato in tre grandi magazzini intorno a Berlino: Gutersfelde, Pankow e Buchholz. Comunque siano andate le cose, ora le scorte sono esaurite. E il prezzo di un autentico pezzo di muro è salito alle stelle. Oggi solo poche persone sanno dove trovare i resti del muro». Il costruttore Hans-Peter Eckert è uno di loro, e racconta: «Ne ho ancora qualche pezzo, recentemente sono stato contattato dalla Daimler-Benz che voleva sei pezzi per Potsdammer Platz. Li ho venduti per 500 marchi l?uno ma avrei anche potuto chiederne 5000». I preziosi graffiti cambiano spesso di mano perché trasportare e custodire 2,7 tonnellate di cemento non è cosa da tutti. Quanto ai pezzi più piccoli, ciò che prima divideva ora serve per riunire. Due milioni di tonnellate di cemento sono ora strade tra l?Est e l?Ovest. Ma qualcuno non è contento e preoccupato si chiede: «Come racconteremo ai nostri figli le atrocità commesse sul muro se di esso sta sparendo ogni traccia?».

Quel giorno del ‘ 89

?Il muro di Berlino, storia e immagini? è il titolo di un incredibile sito realizzato nel 1997 da John De Carlo e Adam Kanter. Due tredicenni americani del Connecticut che lo presentarono a un concorso per liceali dal tema ?Trionfo e disfatta?. Fotografie e suoni accompagnano ogni fase della storia del Muro. Che i due ragazzi hanno ricostruito raccogliendo articoli di giornali e la voce di chi lo attraversò e contribuì alla sua distruzione. Il 9 novembre 1989, giorno del ?crollo? , è raccontato con i messaggi contraddittori del governo e le emozioni del popolo: ore 19, ?apriremo il confine solo per viaggi all?estero?, ore 20 i militari si ritirano, ore 21 migliaia di berlinesi, felici, si scagliano contro il Muro con martelli e qualsiasi altro oggetto abbiano sotto mano. http://www.berlinwall.html


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