Cultura

Il mondo secondo Elisa

La legge 185, i no global, la solidarietà, l'innocenza. E poi Pavarotti, Bono e l'amicizia con i 99 Posse

di Riccardo Bagnato

MANTOVA – Scherza col gruppo durante il sound check. Prova e riprova la chitarra, da sola, corde nuove, troppo secco il suono. E ride. Prova e riprova. Lo fa col sole in fronte, c’è caldo a Mantova. Poi la incontriamo dietro il palco e parliamo per quasi un’ora prima del concerto: di Genova, di libri e volontariato, della legge 185 e non solo. «Se ho capito bene: l’Italia, e solo l’Italia, ha una legge che obbliga a dichiarare la propria produzione e vendita di armi, poi alcuni Stati europei si sono riuniti, hanno fatto un accordo per facilitare il commercio delle armi e hanno detto: «Italia che caspita fai?» e adesso modifichiamo la legge 185… la vedo dura. Ma sai cosa? Come noi dobbiamo dichiarare tutto allo Stato, lo Stato non dichiarerà mai tutto a noi». Elisa, classe 77, accento friulano che si muove nell’inglese delle sue canzoni fino a svanire del tutto. Orecchio assoluto? Dal camper con cui si sposta per la tournée estiva prende il libro che sta leggendo, Qualcuno con cui correre di David Grossman, e si racconta…

Vita: A un certo punto è cambiata la tua vita, hai inciso un disco, hai avuto successo. Da allora non hai mai smesso di ringraziare le persone che ti hanno aiutato. Cosa sono per te gli incontri, caso o destino?

Elisa: Sono cose che non si possono dimenticare. Un po’ devi essere al momento giusto al posto giusto ed essere preparato, ma un po’ è anche il destino, perché ci sono tante cose che vengono da coincidenze molto piccole, casuali, che poi in realtà se non c’erano quelle, magari eri a fare qualcos’altro…

Vita: Che cosa facevi prima?

Elisa: La parrucchiera.

Vita: E adesso sei una cantante, incoronata recentemente al Pavarotti & Friends. Evento di beneficenza, in cui al centro c’è il concetto di dono: anche la tua voce è un dono?

Elisa: Sì.

Vita: Ti sei mai chiesta chi te l’ha donata?

Elisa: Ho le mie teorie…

Vita: Cioè?

Elisa: Beh ti posso dire solo l’origine. Penso di aver avuto un sogno, l’ho chiesto con tutte le mie forze, e qualcuno lo ha esaudito.

Vita: Cos’è per te una canzone?

Elisa: Poesia.

Vita: La realtà?

Elisa: Bellezza, intelligenza… la realtà è estremamente intelligente.

Vita: Cos’è l’ingiustizia?

Elisa: Dunque… un errore di considerazione.

Vita: Il destino?

Elisa: Intelligenza suprema, è oltre… una sorta di amore.

Vita:Cos’è per te la povertà?

Elisa: Innocenza.

Vita: Jane Birkin, musa di Serge Gainsbourg, ha detto in una recente intervista che «il superfluo è essenziale» perché aiuta a superare i momenti duri.

Elisa: Sono d’accordo. Io credo che ci sia però una sorta di via di mezzo. Non posso assolutamente credere che il superfluo sia essenziale, lo capisco, per questo tipo di società, però parliamo della nostra società occidentale, è comunque limitante. In realtà credo ancora che l’unica cosa che può rientrare nei bisogni, come il mangiare e il dormire, sia l’affetto. è vero che poi siamo bravissimi a farcelo arrivare anche da un rossetto, dalla lingerie, ma io lo traduco in affetto. Nel senso che una cosa materiale diventa spirituale. Credo parli di un’alchimia che possa trasformare a sua volta una cosa superflua in essenziale.

Vita: Oltre al Pavarotti & Friends, sei stata madrina di Legambiente. In questo caso c’è qualcosa di più?

Elisa: Mi piacciono molto le cose che riesco a vedere concretamente. Sia come carattere, sia per i miei trascorsi, mi piace fare delle cose dove posso vedere i risultati. Se capisco che ci sono delle associazioni serie alle quali posso dare un piccolo contributo, lo faccio volentieri, come il Pavarotti & Friends. Però, devo dire che preferisco collaborare con persone che conosco. Per cui sono stata madrina di Legambiente per due anni, perché conoscevo e conosco molto bene i ragazzi che organizzano Festambiente, e sono delle persone sensibili e intelligenti che sfruttano molto bene le proprie possibilità. Non mi piace, non mi interessa dire che faccio semplicemente beneficenza, trovo sia una cosa totalmente a propria discrezione e del tutto personale. Poi se dobbiamo parlare di sollecitazione e stimoli verso chi il potere e l’autorità ce l’ha…

Vita: …come Jovanotti e Bono.

Elisa: Esatto. Però trovo sia una cosa un po’ buffa, che nel mondo lo debba fare proprio Bono Vox.

Vita: E perché lo deve fare proprio Bono Vox secondo te?

Elisa: Per una serie di motivi.

Vita: Cioè?

Elisa: Perché non è implicato in una serie di meccanismi nei quali sono implicati quelli che lo dovrebbero fare. Però, è anche un po’ come qualcuno che sta cercando di risolvere un rebus e poi arriva un altro, a mente fresca, da fuori, e gli dice «guarda che è quella la soluzione». Anche se questa è una visione strainfantile e straottimista che ho io, ma non credo assolutamente sia così, perché le persone competenti e intelligenti ci sono, credo sia una questione di volontà e interessi purtroppo.

Vita: Tu, per esempio, hai prestato l’immagine per la rivalutazione della zona portuale di Trieste.

Elisa: Per quello ci sono dei motivi personali. Sono andata un giorno a vedere quell’area ed è un’area fantastica, ci sono degli edifici di inizio secolo splendidi ma abbandonati. Adesso forse li ristruttureranno. Ho molti amici in Friuli che scrivono, fanno teatro, dipingono, realizzano attività ricreative, e ho pensato che uno spazio in più non faceva male. Se potevo dare una mano semplicemente prestando il mio nome, tanto meglio. Potrebbero fare dei festival gratuiti, chiamando artisti europei: dalla poesia alla pittura, alla fotografia, anche perché la posizione è bella. è un’altra possibilità, un sogno, anche se adesso sembra che abbiano problemi con le sovvenzioni.

Vita: A proposito di chi è implicato in meccanismi che…

Elisa: …ma è così.

Vita: Il G8: dov’eri al momento delle manifestazioni genovesi l’anno scorso?

Elisa: Ero in tournée, poco prima di partire per gli Stati Uniti.

Vita: Che reazioni hai avuto?

Elisa: Ma, ho cercato di capire, ho letto per esempio il libro di Baricco, Next. Mi sembrava scritto abbastanza semplicemente. Alla fine secondo me c’è tanto poca precisione, porca miseria: c’è tanta gente pacifica che vuole soltanto dire cosa pensa su una cosa, e poi ci sono i pazzi, e bisognerebbe saper separare un po’, anche perché si prendono delle colpe persone che non c’entrano niente. I 99 Posse sono miei amici, hanno una sfilza di denunce, è gente tranquillissima, sono ultrapacifisti, hanno delle idee molto belle e la gente pensa che siano dei teppisti.

Vita: Elisa, per un puro caso l’anno scorso non mi sono trovato dentro alle scuole Diaz/Pertini nel momento in cui sono entrati i poliziotti. Ho assistito però per tutta la notte davanti a quelle scuole, chi urlava da dentro e chi per protesta da fuori…

Elisa: Ma non vedi che è questione di precisione? E quando parlo di precisione non escludo nessuno…

Vita: Ma i ruoli sono diversi…

Elisa: Esatto. Appunto, per la precisione: i ruoli sono diversi. Il problema è che ci si ricorda solo in quei momenti dei casini. Ma i ruoli sono confusi da tempo, da prima di Genova. Siamo sempre in equilibrio precario.

Vita: E tu, in questa precarietà, che punti di riferimento hai?

Elisa: L’individuo, in tutto e per tutto. Essere il più possibile funzionali verso se stessi e verso gli altri. Cercare di rendersi il meno bisognosi possibile. Non diventare vittime della società. Quando riesci a non sottostare, ma a stare alle leggi del tuo Paese, se non sono disumane, ma nello stesso tempo avere una tua realtà che è tua e che gestisci e che finalmente possiedi.

Vita: Che cosa vorresti fare che facevi e non puoi più fare?

Elisa: Andare in discoteca e ballare come una deficiente. Non posso farlo. Mi fermano, mi chiedono l’autografo. Invece a volte vorrei non saper scrivere, essere una bestia che si dimena, un ammasso di sudore del tutto inutile!

Vita: Che rapporti hai mantenuto al di fuori della tua professione con la realtà quotidiana?

Elisa: Ma, tutto è realtà, anche la mia professione, i concerti sono realtà. A volte ci sono persone cui sono legata, e ho bisogno di sentirle direttamente per sapere come stanno, e mettermi nei loro panni se hanno bisogno. Ma in fondo penso che ognuno trovi il suo equilibro nel proprio modo di vivere.

Vita: Progetti per il futuro?

Elisa: Per adesso il nuovo disco è ancora lontano, a fine anno o all’inizio del prossimo uscirà un “best of”, e poi a ottobre canterò come interprete principale la prima di Ellis Island al Teatro Massimo di Palermo. Un’opera lirica con musiche di Giovanni Sollima, la regia di Marco Baliani e il libretto di Roberto Alajmo. E’ la storia dell’immigrazione in America. Ellis Island, diciamo, era la porta d’ingresso per gli immigrati in America tra la fine del secolo scorso e la metà del 900. Mi sto leggendo tutto il materiale…

Vita: A proposito di lirica, durante lo spettacolo con Pavarotti hai cantato Voglio vivere così. Tu, Elisa, come vuoi vivere?

Elisa: Così.

Vita: Come nella canzone: «col sole in fronte»?

Elisa: Sì!

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