Non profit
Il mondo non profit in fermento
A novembre inizia la terza edizione del Mese dell'economia sociale e solidale
200mila imprese, oltre due milioni di impiegati e un peso economico pari all’8-10% del Pil. Sono le cifre con cui in Francia il Terzo settore intende sfruttare il “Mese dell’Economia sociale e solidale” previsto a novembre su tutto il territorio francese per riproporsi come attore prezioso per ammortizzare le conseguenze sociali drammatiche della crisi economica.
Un ruolo che lo Stato gli riconosce con il lancio del nuovo Consiglio dell’economia sociale e solidale (ESS) inaugurato oggi dal Ministro dell’economia, Christine Lagarde, il ministro della gioventù e della solidarietà, Marc-Philippe Daubresse e il Segretario di Stato, Laurent Wauquiez. Creato nel 2006, il Conseil National de l’écconomie sociale cambia quindi pelle e allarga la sua capacità di rappresentanza (finora limitata alle associazioni, mutue, cooperative e fondazioni) per includere le imprese a finalità sociale.
Ma il mese dell’economia sociale e solidale sarà anche l’occasione per il Terzo settore francese di guardarsi in faccia e cogliere le tante sfide che attendono il non profit d’oltralpe (ma non solo) in questo inizio dei XXI secolo.
A ricordarlo è Jacques Defourny, direttore del Centro di economia sociale dell’Università di Liegi e presidente di EMES, una rete di ricercatori europei sull’economia sociale. “Di fronte alla professionalizzazione del settore” dichiara Defourny su Le Monde, « la tendenza in questi ultimi anni è il passaggio da un finanziamento per sovvenzione a un contratto tra lo Stato e le imprese sociali”.
Altra sfida sollevata da Claude Alphandéry, fondatore del Labo dell’ESS e presidente onorario di France Active, durante gli Stati generali francesi dell’Economia sociale e solidale che si sono svolti lo scorso 11 ottobre riguarda “la necessità di allargare progressivamente la cerchia degli attori mobilizzati per convincere i cittadini sull’utilità e la credibilità dell’ESS, cercando nel contempo di influenza i decision-makers”.
Migliorare la visibilità è uno dei chiodi fissi di Francis Vercamer, autore di un rapporto sull’economia sociale consegnato in aprile al governo Fillon in cui il deputato di centro propone di favorire l’accesso agli aiuti per gli attori dell’economia sociale e di creare un marchio ad hoc per rafforzare la visibilità del Terzo settore.
Sul primo fronte, il governo francese ha annunciato un fondo pari a 100 milioni di euro a favore dell’economia sociale e solidale, completato da un altro sostegno finanziario di co-investitori privati. Il finanziamento complessivo (circa 200 milioni di euro) dovrebbe creare 60mila posti di lavoro in oltre 2mila imprese sociali. Una bella carta da visita per promuovere il Terzo settore durante il Mese dell’economia sociale e solidale.
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