Politica

Il modello Sicilia é esportabile?

Elisa Furnari analizza quello che qualcuno indica come futuro assetto del governo italiano

di Redazione

Credo di aver parlato di “un’esportazione di modelli dalla Sicilia” proprio nel primo post di Siculamente ma mai avrei immaginato che il modello sarebbe stato quello politico.

«Il modello Sicilia è esportabile anche in Parlamento, ne sono convinto», così esordisce in un’intervista Giancarlo Cancelleri, portavoce del Movimento cinque stelle in Sicilia e capogruppo all’Assemblea Regionale. Cancellieri non è il solo a immaginare repliche “romane” del caso Sicilia, proprio ieri infatti nel classico giro di telefonate, mail e tweet post elettorali diversi amici mi hanno detto «forse dovremmo fare come in Sicilia» e Grillo stesso scrive «il modello siciliano é meraviglioso».

Su questa confusione di dichiarazioni mi piace fare un po’ di chiarezza, per me prima di tutto:

1. La sicilia fa certamente volare il Movimento 5 Stelle con un biglietto di prima classe direzione “Parlamento”. Dalle regionali il loro consenso si è moltiplicato perchè hanno intercettatto gli scontenti, gli amanti della tendenza e tantissimi giovani.

2. La situazione siciliana é completamente diversa da quella nazionale. Il presidente Crocetta ha oggi 46 deputati dalla sua (50% + 1) e non grazie ad un’alleanza con i grillini o con il PDL ma in virtù di un patto elettorale tra PD e centristi siciliani nonchè di una “transumanza” di onorevoli da altri partiti verso gruppi “appositamente creati” per sostenere la causa Crocetta (in mezzo ci sono ex pd, autonomisti delusi, ecc.). La maggioranza non c’era, si è costruita e il movimento non ha deluso le aspettative restando “fedele a se stesso”.

3. Mai fermarsi alla prima dichiarazione. Lo stesso Cancellieri infatti è tornato a parlare del modello sicilia ribadendo che «il modello si può esportare, anche se bisogna ammettere che finora in Sicilia ha funzionato ma abbiamo parlato solo di aria fritta. Si può pensare a una situazione di collaborazione, ma il Parlamento deve essere in grado di proporre buone norme».

In questo é certamente molto onesto perchè in questi mesi di grande innovazione e cambiamento abbiamo riletto la ricetta ma niente dippiù. Questo modello non lo esporterei (atteggiamento classico da “lobby”). Sono contenta di leggere invece le dichiarazioni di Nuti (capolista del Movimento Cinque Stelle alla Camera per la Sicilia occidentale) che sulla stampa on-line dichiara  «a Roma potrebbe essere riproposto il modello siciliano. Alla Regione, infatti, discutiamo le proposte con la maggioranza e poi decidiamo se approvarle o meno». Devo dire che questo modello mi piace e credo di averlo già letto da qualche parte, se non erro si chiama democrazia.

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