Non profit

Il modello iberico era vincente. E ora? Il “Tercer sector” dirà la sua

Antonio de Miera, autore di un libro sul miracolo Spagna: "Il non profit a Madrid ha un ruolo cruciale. E' un ponte che aiuta le transizioni".

di Francesco Maggio

Per almeno un paio di decenni non abbiamo mai smesso di chiederci perché la Spagna corresse così tanto, inanellando record su record in fatto di crescita economica, di incremento del tasso di occupazione, di credibilità internazionale. Mentre gli altri Paesi europei arrancavano, vedevano i propri ?fondamentali? peggiorare sistematicamente, in alcuni casi assistevamo addirittura al crollo di un ?muro?, la Spagna diventava sempre di più un caso a sé, da raccontare a mo? di ?misterioso? paradigma di virtuosità ai forum mondiali di politica economica.
Basti pensare alla straordinaria capacità dimostrata nel saper spendere, fino all?ultima peseta, i fondi comunitari che l?Europa le assegnava per rilanciare le aree più depresse. In barba, diciamolo pure, alle tante Regioni italiane detentrici anch?esse di un record, quello però dei residui passivi. Dei soldi, cioè, inutilizzati, lasciati a marcire per incapacità progettuale a spenderli. Oggi che la Spagna vive il profondo travaglio del dopo 11 marzo, e dopo otto anni assiste al rinnovo non solo della premiership ma anche dello schieramento politico che la sostiene (circostanza questa che, indipendentemente dagli schieramenti, suscita al contempo speranze e timori) sorge spontaneo domandarsi: che ne sarà del modello spagnolo? Riuscirà a sopravvivere? Già, perché tanti buoni risultati non si spiegano con scelte estemporanee, seppur vincenti. Ma solo con l?esistenza di un modello condiviso (verrebbe da dire bipartisan), perfettamente radicato nel tessuto sociale spagnolo e che ha uno dei suoi presidi più forti nel settore non profit.
Lo spiega efficacemente, con una chiarezza esemplare e argomentazioni solide, Antonio Saenz de Miera, tra i massimi esperti spagnoli di non profit e, in particolare, di fondazioni nel suo libro L?azzurro del puzzle. De Miera sostiene che il non profit assomiglia, appunto, all?azzurro del puzzle: tutto quello che fa da connettivo, come l?azzurro del cielo che si trova in gran parte dei puzzle, fra amministrazione pubblica e imprese lucrative. Un colore che ha trovato una delle sue sfumature più intense nella figura giuridica delle fondazioni, inclusa addirittura nella Costituzione (all?articolo 34) del 1978, quella che ha restituito il Paese alla democrazia dopo la dittatura franchista. De Miera avanza un dubbio: che dopo gli attentati dell?11 settembre il non profit, prodotto di epoche relativamente tranquille, possa tornare a essere realtà marginale.
Vita ha avuto modo di incontrare l?autore e di chiedergli se fosse ancora di questo avviso. De Miera ha risposto, con ottimismo, che il rischio, per molti versi, lo riteneva se non superato (“è ancora troppo presto per dirlo”, ha sottolineato), sicuramente superabile. C?è da augurarsi che l?11 marzo possa dare ancora più motivazioni alla società civile spagnola per lasciare incontaminato il suo azzurro.

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