Formazione
il modello Ctg Fate gruppo
Il centro turistico giovanile è una realtà che ha 45mila soci e che ha scommesso sulle piccole mete.....
Il centro turistico giovanile è una realtà che ha 45mila soci e che ha
scommesso sulle piccole mete.Non ha catloghi né pacchetti viaggio,
ma tante idee per vacanze davverodiverse. E mai da soli…
Prendere il largo». Un titolo e allo stesso tempo uno slogan per il futuro. Si tratta, infatti, del titolo del XII congresso nazionale del Centro turistico giovanile che, in programma nel ponte del 25 aprile a Rieti, indica anche il compito che l?associazione si assume per il futuro. Con i suoi 45mila soci di ogni età e una storia che conta ormai diversi decenni, il Ctg è presente in tutta Italia con le sue proposte per un turismo consapevole. «Non abbiamo cataloghi da proporre o pacchetti viaggio», spiega Antonio Zaino, vicepresidente del Ctg, «per noi è fondamentale la dimensione associativa con la sua funzione educativa». Una formula che si fonda sulla crescita personale, l?attenzione al territorio e una serie di proposte che nascono dal basso, dalle realtà locali. I gruppi in origine sono nati all?interno delle parrocchie e ancora oggi l?associazione è riconosciuta dalla Cei. «È il gruppo che fa turismo», spiega Nazzareno Giarola, del Ctg Veneto «la vacanza non è un episodio. Si può dire che il gruppo di base esiste sempre ed è l?ambito in cui si ha la vera e propria educazione. Perché educarsi a un turismo consapevole non è possibile con un episodio, ma è frutto di un percorso».
E in questa filosofia, nel puntare a proposte su misura per tutti i gusti e le età, che si trova la ricetta del Ctg. Ci sono un centinaio di Case per ferie, presenti in diverse località turistiche della penisola e che possono essere utilizzate sia dai gruppi sia dalle famiglie per rendere consapevole anche la classica vacanza entro i confini nazionali, con figli e a volte i nonni al seguito. «Se vado in vacanza con la mia famiglia», spiega Nazzareno Giarola, «ma prima mi preparo ed entro in contatto con la comunità locale che mi ospita, allora anche questo tipo di turismo mi aiuta a crescere».
Dalla filosofia del Ctg sono nate anche una serie di proposte per il cosiddetto turismo fuori porta. Fino a maggio il Centro turistico giovanile del Veneto propone, per esempio, una serie di iniziative per far conoscere l?archeologia industriale della regione con la collaborazione degli animatori culturali e ambientali dell?associazione che propongono visite guidate dal suggestivo titolo Era solo ieri? alla scoperta dell?archeologia industriale del Veneto. Sulla stessa linea di sviluppo ci sono poi le schede realizzate, in occasione del Giubileo, per i luoghi del sacro veneti, ma anche Il forte ora debole, una serie di schede che invitano alla scoperta di castelli, mura e fortificazioni. «Non sono necessarie grandi mete per un turismo consapevole», afferma Antonio Zaino, «il problema è avere uno stile, una cultura responsabile anche nel turismo fuori porta, come nei viaggi nelle capitali europee. Insomma, si può partire anche considerando il proprio territorio come una meta turistica. E forse non è la cosa più semplice essere turisti consapevoli nel nostro territorio: quante cose rischiamo di non vedere? Perché quello che ci occorre è il cambiamento del registro mentale».
E sull?educazione, un punto fondamentale dell?azione associativa del Ctg fin dalle sue origini, una cinquantina d?anni fa, non poteva mancare una forte attenzione al mondo della scuola. Il Veneto ha dato vita a un progetto pilota: un cd rom contenente, con altre informazioni utili, schede di itinerari, note didattiche e indicazioni bibliografiche. «Sono 30mila gli studenti che hanno fatto gite scolastiche con i nostri strumenti», conclude Giarola, «ora anche in Sicilia, Puglia, Toscana e Campania si stanno preparando strumenti simili. Perché è proprio educando, anche attraverso gli animatori che noi formiamo, gli studenti a leggere il territorio in modo diverso che si impara a diventare ?buoni turisti?».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.