Economia
Il mirino dell’Antitrust sulla raccolta di abiti usati
Multati i consorzi Sol.co. (100mila) - già coinvolto in Mafia Capitale - e Bastiani (10mila), per pubblicità ingannevole: «Nessuna finalità sociale, solo commerciale»
di Redazione
L’Antitrust mette nel mirino la raccolta di indumenti usati. Succede a Roma, dove l’Agcm ha sanzionato la società AMA di Roma (100mila euro), insieme ai consorzi Sol.co. (100mila) e Bastiani (10mila), per pratiche commerciali scorrette. Il consorzio Sol.co fra l’altro, attraverso il suo fondatore ed ex presidente Mario Monge è coinvolto nello scandalo Mafia Capitale, il cui maxiprocesso inizierà fra un mese.
Il provvedimento dell’Antitrust riguarda le informazioni fornite ai consumatori sulla raccolta degli indumenti usati, poste sui cassonetti gialli e pubblicate nel sito internet della stessa Azienda municipale Ambiente. «È risultato in particolare che i consorzi Sol.co. e Bastiani, affidatari del servizio», scrive l’Agcm «hanno apposto sui cassonetti stradali di loro proprietà diciture ingannevoli quali “i materiali in buono stato saranno recuperati come indumenti”, “grazie per il vostro aiuto”, aiutaci ad aiutare”, idonei ad alterare il comportamento economico del consumatore.
In base a queste scritte adesive, si poteva ritenere che la raccolta venisse svolta per fini umanitari o sociali, mentre s’è accertata invece una concreta utilizzazione degli indumenti a fini commerciali». E ancora: «Per quanto riguarda più specificamente AMA, la società – secondo l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato – non ha esercitato un’adeguata vigilanza nei confronti dei consorzi affidatari; non ha fornito un modello di adesivo informativo destinato ai cassonetti gialli, come previsto dalle norme in vigore; e infine, non ha reso disponibile sul suo sito internet un adeguato apparato informativo sulle reali modalità e finalità dalla raccolta. A seguito dell’avvio del procedimento, le parti sono intervenute per rimuovere i claims ingannevoli dai contenitori gialli. Ama, in particolare, ha implementato una sezione del sito in cui vengono evidenziati i dati relativi ai soggetti che effettuano la raccolta di indumenti usati e soprattutto la circostanza che tale attività si svolge per finalità commerciali e non benefiche».
A seguito dell’avvio del procedimento, le parti sono intervenute per rimuovere i claims ingannevoli dai contenitori gialli. Ama, in particolare, ha implementato una sezione del sito in cui vengono evidenziati i dati relativi ai soggetti che effettuano la raccolta di indumenti usati e soprattutto la circostanza che tale attività si svolge per finalità commerciali e non benefiche».
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