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Il miracolo di Norcia. Ricostruire si può e salva la vita

Colpita nel 1979 e nel 1997 e poi ricostruita, la città di San Benedetto, a soli 15km dall’epicentro del sisma, conta 500 richieste di intervento su abitazioni e 8 ferite lievi. Nessuna morte e nessun crollo strutturale

di Lorenzo Maria Alvaro

A Norcia sono «molte ancora le criticità da risolvere» dopo il terremoto della scorsa settimana. A dirlo è il sindaco Nicola Alemanno che, nel Centro operativo comunale, partecipa alle riunioni operative interforze che si susseguono senza sosta per fronteggiare la prima fase di emergenza e rispondere alle tante esigenze della popolazione. «Nella frazione di Frascaro», continua il primo cittadino, «è stata coinvolta la Croce rossa per creare sul posto un presidio in grado di accogliere gli anziani bisognosi di assistenza medica mentre nella zona Case sparse di Norcia, maggiormente colpita dal sisma, sono in corso verifiche sulla stabilità dei terreni al fine di poter installare anche qui, in tutta sicurezza, le tende necessarie». «Finora abbiamo disposto a Norcia 700 posti di accoglienza», chiarisce, «ma i nostri sfollati, molti dei quali si stanno organizzando con propri mezzi di fortuna, o presso parenti, sono più del doppio».

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I danni a Norcia e zone limitrofe

Per quello che riguarda la popolazione, Alemanno spiega che «sono 8 i feriti lievi a Norcia e nelle frazioni del comune. I problemi più importanti insomma sono legati a un patrimonio immobiliare che di nuovo è danneggiato dopo l’incubo del 1997. Un patrimonio però che, grazie ad una ricostruzione fatta bene, ha permesso di salvare tante vite umane». E questo nonostante la doppia scossa del 24 agosto, né quella delle 4.32 con magnitudo 5.1, né quella delle 4.33 di 5.4.

Le gravi lesioni alla città infatti riguardano abitazioni private, infrastrutture e beni culturali, come le mura della città e di Castelluccio e la basilica di San Benedetto.

Per questo Norcia è oggi il simbolo

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