Formazione

Il mio sogno? Tre figli a testa per ogni famiglia di Camerano

Camerano, provincia di Ancona: dal 2011 al 2021 perde pochi abitanti, complici il mare e il polo produttivo. Ma il centro si svuota. Per il sindaco Oriano Mercante la ricetta contro lo spopolamento è incentivare le famiglie ad avere almeno tre figli a testa

di Gabriella Debora Giorgione

Torniamo nelle Marche, ma il paesaggio è totalmente diverso rispetto ad Ussita. Anche il clima è diverso, il clima sociale per intenderci. Stessa regione, due mondi opposti. Continua il nostro viaggio nelle mille italie dei piccoli comuni.

Le meraviglie sotterranee e il "rosso del Conero", oltre che lo spettacolo delle colline che digradano sul mare azzurrissimo del Parco del Conero. Solo questo vale tutto il viaggio per venire a Camerano, piccolo comune della provincia di Ancona.
Oggi incontriamo Oriano Mercante, 65 anni, neurologo e fisiatra, a lungo primario e sindaco dal 2021: l'intervista che più ci ha fatto sorridere per lo humor caustico che connota Mercante quando parla. In lui si affetta la "smagatezza" di chi, vivendo ogni giorno la malattia e la sofferenza, impara a trattare con leggerezza anche gli argomenti più delicati. Ormai in pensione, una moglie e quattro figlie ed anche nonno, Mercante ha un'azienda agricola di famiglia che produce il rosso Conero. Peccato non fermarsi anche per un calice, insomma…

Camerano ha una posizione invidiabile, sindaco: vicino al mare, colline…
Sì, ha ragione, siamo vicini al mare stupendo del Conero e siamo anche molto “rossi”… nel senso di “rosso del Conero”, il nostro cultivar.

Settemila abitanti, come state a spopolamento?
Noi siamo abbastanza stabili perché è una zona industriale, c'è però uno spopolamento del centro, per via della impossibilità di parcheggio. Pensi che nella piazza principale del paese sono rimasti circa 20 residenti. Camerano è tutto in salita, non tutti sono in grado di reggere alla vita quotidiana con questi disagi. Le persone vanno dove ci sono servizi, siamo noi che dobbiamo costruire delle attrattive per ripopolare i centri storici.

Ma quindi anche i negozi…
Sì, nel centro storico è rimasto un solo negozio di alimentari, fino a poco tempo fa erano tre-quattro. E quindi oggi tutti nei centri commerciali.

Però la politica potrebbe riequilibrare…
Stiamo cercando di agevolare una serie di privati a ristrutturare un paio di grossi edificio del centro storico, ma abbiamo chiesto che ci siano posteggi. Stiamo incitando agli asili nido aziendali, ad esempio: le famiglie hanno bisogno di servizi.

Mobilità sostenibile?
Non siamo così grandi da poter sostenere un servizio di mobilità, almeno non con la frequenza che sarebbe necessaria per consentire alle persone di spostarsi continuamente. Non abbiamo un servizio pubblico di trasporti perché il paese è molto piccolo. C'è il servizio pubblico del trasporto del consorzio provinciale, ma non urbano. Stiamo cercando di farlo, ma non è semplice. La convenienza economica purtroppo non va d’accordo con i numeri piccoli.

L’incentivo non lo danno neanche le scuole?
Abbiamo una scuola elementare, una scuola media e poi la scuola materna, gli studenti delle superiori vanno in Ancona oppure ad Osimo.

Quanti ragazzi?
Nella fascia 0-14, abbiamo 897 ragazzi; tra 15-29 anni ci sono 1.027 cittadini; tra 30 e 65 anni 3.400, oltre i 65 anni 1.725.

Però lo spopolamento non lo risolviamo con i parcheggi, sindaco…
No, assolutamente.

E quindi? Mi dica tre cose da fare a Camerano subito.
Occorrerebbe fare almeno tre figli per coppia per invertire la rotta. Anzi, lo sa che volevo scrivere alla presidente del Consiglio per dirle che se lei facesse un figlio durante il suo mandato sarebbe un grande segnale per tutti. Nel Comune abbiamo fatto un piano per lo smart working proprio per agevolare le famiglie e adesso abbiamo avuto il finanziamento di 1 milione 400mila euro del Pnrr per un asilo nido perché il nostro non è più sufficiente. Su questo ci siamo scontrati con qualche egoismo di troppo perché si deve sacrificare volumetrie da destinare a giardini e non tutti erano d’accordo. La mia idea è di concedere l’asilo nido gratuito o quantomeno abbassare le fasce di reddito. E poi penso sia necessario dare supporto economico alle giovani coppie. Quando sono andato in pensione, mi han chiamato sia da destra che da sinistra. Io ho precisato che la mia posizione è verso l’inclusione, l’accoglienza e la solidarietà sociale. Però io sono per la famiglia “naturale”, certo non vado contro la legge e capisco le “unioni”, ma io la penso così. Oggi però se dici qualcosa contro questa linea delle unioni ti ammazzano.

Ma secondo lei davvero è solo un problema economico?
Anche culturale: il consumismo del mordi e fuggi anche nelle relazioni, ormai a vent'anni non c’è più niente da imparare, le donne hanno legittime aspettative di lavoro. Però così i figli chi li fa? I figli d’altra parte li fanno le donne, quindi bisogna facilitare il più possibile la vita alle donne che li fanno.

Su cosa si regge l’economia di Camerano?
Camerano è un paese che non soffre di disoccupazione: abbiamo una buona attività artigianale e industriale, ed una vocazione turistica perché facciamo parte del parco del Conero e siamo nel territorio “del rosso”.

Reddito di cittadinanza?
Pochissimi.

Poca disoccupazione, quindi poche fasce fragili?
Cerchiamo di non lasciare indietro nessuno, spendiamo tanto in politiche sociali. Le fasce deboli non sono numerose, ma abbiamo disagio psichico, anche se in questa fascia rientra un’ampia percentuale di "casistica".

Perché fa il sindaco?
Perché me lo hanno chiesto. Ho detto di no sia al Partito democratico che al gruppo di destra. Diciamo che però proprio il fatto che me lo chiedessero entrambe le parti mi ha convinto, anzi io feci la proposta di fare una lista unica da destra a sinistra, ma ovviamente non fu accettata. Io volevo fare il contadino e il medico, adesso faccio il contadino e il sindaco. Le origini di Camerano sono nell’agricoltura, anche se c’è sempre stato un bello spirito imprenditoriale: Scandalli per le fisarmoniche, ad esempio, c'era una grossa camiceria, c’era un berrettificio, la prima cassa operaia che seguiva l'opera dei Congressi e dei comitati cattolici di fine ‘800 nacque a Camerano nel 1898.

Che futuro ha disegnato per il suo mandato elettorale, per Camerano?
Io vorrei una gestione di normalità, i cittadini vogliono vivere bene, vorrei che la normalità fosse un funzionamento di tipo svizzero con una macchina amministrativa efficiente, aumentare la popolazione ed avere dei buoni servizi sociali. La burocrazia comunale è molto forte, ci sono sempre troppi adempimenti da fare e questo spesso rallenta. Quando sono arrivato, ho messo al comune un disegno di Bansky “E’ più facile ottenere il perdono che il permesso”. Chiunque entra, capisce subito.

(le foto della gallery sotto sono di Sauro Strappato)

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