Volontariato
Il mio partito rimane la società civile
Comune di Torino Elide Tisi, neoassessore alle Politiche sociali
La nomina è arrivata inaspettata, non era certo tra le priorità della mia vita», confessa Elide Tisi, assessore ai Servizi sociali e alle Politiche abitative della giunta Fassino. Fino a poco tempo era portavoce del Forum del terzo settore in Piemonte, presidente regionale e vicepresidente nazionale di Federsolidarietà Confcooperative. «Ho lasciato tutti gli incarichi prima ancora di ricevere la nomina. Le deleghe che mi sono state affidate richiedono un impegno a tempo pieno. Quello delle politiche sociali è un lavoro che spesso non appare, ma quando non c’è se ne avverte l’assenza».
In occasione del Raduno nazionale del volontariato ha affermato che «Torino può diventare la capitale della solidarietà». In che modo pensa di raggiungere questo obiettivo?
Riconoscendo che ormai è tempo di elaborare un nuovo welfare. Se vogliamo superare una visione assistenziale dobbiamo lavorare affinché ci sia una forte corresponsabilità dei vari attori, istituzionali e no. Questo ovviamente non esime i soggetti deputati a garantire i servizi indispensabili, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione.
Quali sono i nuovi attori che vuole coinvolgere?
Le parti sociali, le organizzazione di terzo settore, le fondazioni. E penso anche al settore privato che ha intenzione di impegnarsi.
Quali sono le sue priorità?
Sicuramente l’abitazione rappresenta una delle difficoltà principali per le famiglie. Molto spesso la perdita della casa significa anche perdita della dignità. Noi abbiamo rinnovato il protocollo per un’agenzia comunale che, oltre all’assegnazione di alloggi di edilizia pubblica cerca di far incontrare domande e offerta di appartamenti. Così, integrando mercato e risposta pubblica, conteniamo anche la spesa in questo settore. Altra emergenza è quella della non autosufficienza degli anziani, nella nostra città il tasso d’invecchiamento è in crescita.
E se invece dovesse indicare un obiettivo per la fine del suo mandato?
Fare dei programmi da qui a cinque anni, in questa fase, è molto difficile. Bisogna essere realisti, la difficoltà legata alle risorse ha come conseguenza la difficoltà di programmare.
Il professor Zamagni, in un incontro con le associazioni del comitato editoriale di VITA, ha detto che i nuovi assessori provenienti dal non profit devono «essere lievito» per le loro amministrazioni…
In giunta io sento di rappresentare la società civile. Il valore aggiunto che posso portare è quello di coinvolgere ulteriormente queste reti.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.