Welfare

Il mio impegno? Va oltre la forma contrattuale

Sanità /Storia 2: 34 anni, chirurgo

di Maurizio Regosa

Matteo Viti ha 34 anni, è di Milano, sposato, ha un figlio. È specialista in chirurgia generale e lavora al San Carlo di Milano: «I primi anni ho avuto incarichi libero professionali. Da quattro anni ho contratti a tempo determinato della durata biennale».

Vita: Come mai non è stato assunto?
Viti: La logica è clientelare. Si va o per sponsor politici o per appoggi parentali.

Vita: I sindacati cosa fanno?
Viti: Cercano di intervenire, ogni tanto fanno qualche circolare, ma non è semplice e nulla cambia.

Vita: Come mai secondo lei gli ospedali non hanno soldi per assumere?
Viti: Credo ci siano molti sprechi anche nella gestione del personale. E poi manca una logica di verifica di ciò che viene fatto. Tanto meno ci sono incentivi per chi lavora.

Vita: Quanto guadagna?
Viti: Adesso 2.500 euro netti.

Vita: Qual è il suo rapporto con i colleghi strutturati?
Viti: Io lavoro come un altro né mi sento discriminato perché non strutturato, cioè assunto a tempo indeterminato.

Vita: E lo stato d?animo?
Viti: Personalmente penso che l?impegno debba andare oltre la forma di contratto che si ha.

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