Formazione

Il mio augurio ai giovani:bil futuro è nelle vostre mani

di Redazione

C arissimi giovani, scrivo a voi in prossimità di un nuovo anno. Voi che spesso siete citati sui giornali, dalle televisioni, nelle piazze, in internet, tra i discorsi dei sapienti nelle varie convention e dagli anziani del paese ai tavoli dei bar? E in ogni luogo, in ogni occasione, spesso l’immagine di voi che sento dipingere a tinte sempre più accese è quella di persone vuote e senza senso, persone senza valori, che faticano a rispettare le regole, ad avere una disciplina, persone senza una morale, viziati e coccolati, che credono che tutto sia loro dovuto e non vogliono fare fatica. Sempre voi i colpevoli del degrado morale della società, delle stragi del sabato sera con auto lanciate a folli velocità, voi che mancate di rispetto, voi che non sapete cosa sia l’educazione, le regole, voi del divertimento fine a se stesso, delle trasgressioni estreme, voi che rovinerete tutto perché «ai nostri tempi non era così». Ebbene, siete proprio voi gli stessi giovani che incontro quotidianamente in questa città piena di luci?
Non mi pare. Le vostre fatiche, l’entusiasmo che mettete nei vostri progetti, la voglia di farcela, il desiderio di cambiare le cose, l’urlo soffocato di chi vuole prendere in mano la propria vita seriamente, tutto questo dove si nasconde? È proprio vero che troppo spesso fa più rumore un albero abbattuto che una foresta che cresce, troppo comodo dare il famoso “giro di vite” e, in maniera rigida e categorica, erigersi a risolutori dei problemi del mondo emettendo una serie di divieti assoluti e inderogabili come se la persecuzione penale risolvesse ogni problema: la legge sull’uso di alcolici, le ordinanze sugli spinelli, le sanzioni, i provvedimenti. Non sono i divieti che cambiano la mentalità delle persone e poi, perché pensare sempre a chi fa più rumore? Chi vede le altre cose? Chi legifera e prende in carico la vostra forza e quell’energia dirompente che spesso non è vista dai più? Ebbene, è tempo di alzare la voce. Credo che la battaglia vera da fare sia quella delle coscienze, che possa partire solo dal basso, che siate voi i primi chiamati in causa, voi con i vostri entusiasmi, le vostre passioni, la vostra creatività. Solo voi potete essere ed aiutarci ad essere il lievito che fa fermentare la massa e cambiare realmente le cose, aumentando la consapevolezza in tutti che la vita vale davvero la pena di essere vissuta. Un mio maestro, don Enzo Boschetti, amava ripetere spesso: «Saranno i giovani che salveranno i giovani», e da questo è partito per fondare la realtà comunitaria. È il mio augurio per il 2009.

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