Famiglia

Il mio agosto con Anita

Il progetto milanese per l'adozione temporanea di anziani ha ottenuto un successo insperato. Tra gli affidatari Claudio Cardi che invita le altre città ad imboccare questa strada

di Federico Cella

«Vorrei riuscire un giorno a portarla fuori a prendere un gelato. Magari in piazza del Duomo, da Biffi. Una cosa seria». Il signor Claudio Cardi non ha nessuna difficoltà ad ammetterlo: si è un po? innamorato di Anita, quella che sente un po’ come una sua nuova mamma, una signora milanese di 71 anni che il signor Cardi ha ottenuto in affidamento dal Comune di Milano per il mese di agosto. L?iniziativa ?Agosto in famiglia – Una famiglia per un nonno?, fortemente voluta dall?assessore ai Servizi sociali del capoluogo lombardo, Ombretta Colli, ha ottenuto un successo insperato, sia tra gli anziani ?adottati? che tra gli affidatari. Al punto che, anche se agosto è ormai finito – e, così si pensa, anche l?emergenza – molti dei nonni non corrono il rischio di perdere le loro nuove famiglie. «Ma stiamo scherzando davvero», si scandalizza il signor Cardi. «In effetti anche la signora Anita si era preoccupata di questa scadenza. Mi aveva detto, verso la fine del mese: ?Signor Claudio, io sono stata molto contenta di averla conosciuta. Ma se lei adesso non si fa più vedere, potrei avere un trauma: non me la sentirei di tornare di nuovo a essere sola?. Ma io l?ho tranquillizzata subito. Abbiamo creato un bel rapporto, e io continuo ad andare a trovarla. Certo, quando posso, compatibilmente con il mio lavoro; però cerco almeno di chiamarla per telefono tutti i giorni, anche solo per fare quattro chiacchiere sul tempo». Un rapporto, quello tra Carlo e Anita, che non è stato facile da costruire. Non è che si diventa neononni o neonipoti, così, da un giorno all?altro. La signora Anita, per esempio, era sola da molti anni, cinque dei quali passati a letto, bloccata da un problema muscolare. Quindi un po? di rassegnazione e depressione avevano ormai preso il sopravvento. «Ma io sono subito riuscito a farla ridere», ricorda Claudio Cardi, «e quindi, piano piano, ha iniziato a fidarsi di me e ad aprirsi. Per la prima volta dopo molto tempo». E il momento più tragico, in questo caso, ha anche coinciso con quello più felice: «La signora Anita, a metà agosto, è stata ricoverata d?urgenza per un malore. Non aveva nessuno», racconta il singor Cardi, «e allora ha chiamato me per affidarmi la sua casa. Aveva capito che poteva finalmente contare su qualcuno, su un amico». Poi, la signora Anita è stata dimessa: solo un colpo di calore, nessuna malattia. «Ma lei continuava a insultare i dottori, dicendo che erano degli incapaci perché non riuscivano a individuare il suo male. Io, a quel punto», racconta divertito Cardi, «mi sono azzardato a reagire: basta pensare di essere vecchia, signora Anita, la smetta di credere di essere malata. Lei si è un po? alterata, ma poi mi ha sorriso». Tra ?mamma? e ?figlio? c?era già della confidenza. Il signor Claudio Cardi ha 53 anni e lavora in un ufficio dell?Auser di Milano, l?associazione che si occupa di servizi facente capo allo Spi, il Sindacato pensionati italiani della Cgil. E ha una particolarità – oltre a quella di suonare il contrabbasso: non è un santo. È solo una persona sensibile – una delle oltre duecento che si sono proposte al Comune milanese – che si è trovato con un po? di tempo disponibile da dedicare a qualcuno. Alla splendida signora Anita, nel qual caso. «Forse perché mi manca un po? la mia mamma, che è rimasta a vivere in Friuli, da dove sono ?emigrato? anni fa», ammette il signor Cardi. «Ma essenzialmente mi sono proposto al Comune perché non riesco ad accettare quello che la nostra società normalmente fa alle persone più anziane: non le considera più come esseri umani, ma soltanto come dei pacchi da piazzare da qualche parte, dove non danno fastidio. E sono convinto che questa esperienza abbia dato a me almeno quanto abbia dato alla signora Anita». Una convinzione che ha unito le molte famiglie milanesi che hanno subito risposto all?appello comunale, dando la propria disponibilità all?iniziativa senza precedenti sul territorio nazionale. Una risposta che ha colto in contropiede l?assessorato milanese, costretto a rimandare buona parte delle offerte; ma che ha convinto la municipalità della bontà dell?iniziativa, che dovrebbe entrare a regime nei prossimi mesi. «Nella nostra città, ma anche in altre, i servizi di sostegno agli anziani funzionano abbastanza bene», spiega il signor Cardi dall?alto della sua esperienza. Infatti, la singora Anita è seguita dagli assistenti sociali, che l?hanno anche messa in contatto con un?associazione di volontariato che si occupa di farle la spesa o di accompagnarla per le visite mediche. «Però sono tutti dei servizi ?asettici?, che non danno a queste persone sole quello di cui hanno davvero bisogno: la sensazione di essere davvero considerati». Perché allora non proporre a livello nazionale la fortunata iniziativa solidale milanese? Il signor Cardi, dopo aver conosciuto Anita, non ha dubbi in proposito: «La solitudine è il vero problema delle grandi città. Un forte problema psicologico per tutti che, nel caso degli anziani, può anche diventare un vero dramma. Se il governo volesse sperimentare in alcune città questa possibilità di affidamento, sarebbe una cosa eccezionale». L’iniziativa milanese: in duecento per un nonno I nonnetti, a Milano, durante lo scorso agosto sono andati letteralmente a ruba. L?iniziativa ?Agosto in famiglia – Una famiglia per un nonno?, proposta dal Comune milanese per venire incontro alla consueta emergenza estiva che riguarda molti anziani soli ha letteralmente superato ogni più rosea prospettiva. Delle circa venti famiglie prospettate, se ne sono, invece, proposte più di duecento. Alcuni, a dire il vero, erano attirati dal rimborso spese previsto per le famiglie affidatarie (dalle 300 alle 500 mila lire mensili); altri non hanno superato gli ?esami? attitudinali con gli psicologi comunali. «Alla fine si sono ?salvati? circa 80 nuclei familiari», spiega la dottoressa Anzaghi, responsabile dell?Ufficio anziani del Comune di Milano. «E così abbiamo dovuto ricorrere ai gettoni d?oro derivanti dai premi non riscossi delle lotterie locali per poter garantire a tutti il rimborso spese». E se l?estate ha avuto l?oro in bocca per la quarta età meneghina, l?autunno non si presenta per niente rigido. Ha esordito al ritorno dalle vacanze il sindaco, Gabriele Albertini, promettendo che almeno 500 milioni derivanti dalla privatizzazione dell?Azienda energetica municipale (Aem) sarebbero stati impiegati in servizi cittadini agli anziani. E anche l?assessore Ombretta Colli promette sorprese. A cominciare dalla messa a regime della possibilità di ?adottare? un nonno. «Tramite l?appoggio logistico delle associazioni locali di volontariato, probabilmente proporremo questa iniziativa per tutto l?anno», conferma la dottoressa Anzaghi. «In questo modo vogliamo anche sostenere una nuova politica verso gli anziani: il concetto di aiuto domiciliare, la fondamentale relazionalità che deve instaurarsi tra il volontario e l?assistito e il concetto di famiglia, come nucleo sociale di base».


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