Non profit

Il ministro Sacconi ci ha ascoltato

di Redazione

Ne avevamo parlato insieme, pacatamente e serenamente, nella sede di Vita. Il ministro del Welfare, Sacconi aveva preso appunti, e aveva sicuramente notato come da più interventi dei membri del Comitato editoriale venisse chiara e forte la richiesta di rifinanziare il Fondo per la non autosufficienza. Non era del tutto convinto, il ministro. O meglio, legava il tema della non autosufficienza a una profonda ristrutturazione del sistema di spesa sociosanitaria. Chiudere ospedali inutili, prima di tutto. Già, ma nel frattempo non si può lasciare un vuoto pneumatico in un campo come questo, dove si gioca sulla pelle delle famiglie più deboli. Discussione pacata, ma orecchie aperte. Se è vero, come è vero, che pochi giorni dopo Vasco Errani, presidente della Conferenza Stato-Regioni, ha potuto annunciare che il governo si è impegnato a rifinanziare il fondo, con 400 milioni di euro. Voglio pensare davvero che un piccolo contributo alla causa sia venuto dal nostro modo di ragionare e di dialogare, mai fazioso, mai per partito preso. È presto per esserne certi, e alcuni segnali non sono confortanti, se è vero che si pensa di finanziare gli interventi a favore della non autosufficienza ricorrendo alle risorse che verranno dallo scudo fiscale, e se è vero che il punto di partenza del fondo è una cifra più modesta inserita nelle misure di sostegno alla ripresa economica e alle imprese.
Ma una cosa è sicura: soltanto un dialogo serio può sostituire gli insulti che non si sopportano più, che generano solo macerie, e fanno danni soprattutto ai più deboli, a chi non ha neppure la forza per farsi sentire né dal palazzo né dai media. Volendo proseguire su questa strada il ministro Sacconi non ha che l’imbarazzo della scelta. Anche le associazioni delle persone con disabilità, pur faticando ad esprimersi con accenti comuni, hanno presentato solo questioni vere e concrete. Senza proclami, senza gesti televisivi spettacolari.

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