Cultura

Il ministro e il contadino. Caro Alemanno, se mi ascoltassi…

Gino Girolomoni, profeta dell’agricoltura biologica, ha intervistato il ministro su Ogm, difesa dei prodotti tipici e altro ancora. E le risposte sono ottime promesse...

di Gino Girolomoni

A metà febbraio Gino Girolomoni, presidente della cooperativa Alce Nero, ha partecipato in Egitto a un convegno sull?agricoltura biologica nel Mediterraneo. Ospite d?onore era il ministro italiano per l?Agricoltura, Gianni Alemanno. I due si sono incontrati e hanno parlato di biologico, transgenico e molto altro. Ne è scaturita un?interessante conversazione che sarà pubblicata a breve su Mediterraneo, la rivista dell?Associazione agricoltura biologica. Vita la anticipa ai propri lettori.

Gino Girolomoni: Ministro Alemanno, siamo soddisfatti per la sua rigida posizione su sementi e ogm. E in futuro?
Gianni Alemanno: Stiamo preparando un documento politico e tecnico da sottoporre a Regioni, tavolo agroalimentare, governo e Parlamento. Noi riteniamo che per perseguire risultati apprezzabili per la filiera ogm-free debba essere coinvolto il sistema-Paese e sappiamo che il 73 per cento dei cittadini ha queste aspettative. Ma voi agricoltori biologici non potete pensare che il ministro delle Politiche agricole possa portare avanti da solo questo progetto.
Girolomoni: La tracciabilità dei prodotti è un grande tema. Il biologico lo fa da tempo. Come valorizzarlo magari assieme ai prodotti tipici e della tradizione?
Alemanno: La tracciabilità deve essere una strategia complessiva dell?agroalimentare e questo è l?unico modo per avere certezze su qualità e prezzi. Non è buono solo il bio. In questo contesto penso che bio e tipico debbano essere particolarmente valorizzati garantendo il rigore della qualità in ogni passaggio.
Girolomoni: Non trova che sui prodotti tipici si debba fare un po? di chiarezza? Per esempio, può essere definito tipico un salume italiano fatto con maiali olandesi? O un formaggio fatto con latte della Baviera?
Alemanno: La chiarezza su cosa sia e debba essere un prodotto tipico è un tema di grande interesse per me. Però questo discorso deve essere calato negli interessi nazionali: se noi consumiamo e vendiamo 70 e produciamo materie prime per 50, cosa facciamo?
Girolomoni: Cosa pensa di questi due terzi del territorio italiano che si chiamano campagna? Cosa fare per rivalorizzarli?
Alemanno: Questo tema vuol dire ?multifunzionalità?, turismo di qualità, ambiente. Occorre una strategia integrata per mantenere la residenza in loco, coinvolgendo la popolazione locale. Una strategia di queste aree deve essere legata alla prelibatezza dei cibi che offrono. Dobbiamo delineare bene quel progetto sistema-Paese, senza però cadere nell?autarchia, gestendo le filiere con progetti qualificati coinvolgendo anche i Paesi del Mediterraneo con accordi produttivi e commerciali.
Girolomoni: Queste campagne e le attività più modeste sono però schiacciate da una burocrazia opprimente, che impone carte da riempire anche per piantare il grano, impone tecnici anche per seminare l?erba?
Alemanno: Andando a definire l?applicazione del decreto 173, prevederemo la Carta dell?agricoltore che dovrebbe ovviare gran parte dei problemi che lei denuncia.
Girolomoni: La biodiversità, il ripristino e la salvaguardia di antiche varietà della tradizione, e anche di razze, è un argomento che ci sta molto a cuore. Per agevolarne la pratica si potrebbe stabilirne la libera circolazione?
Alemanno: A settembre, al Sana di Bologna terremo l?undicesima Conferenza programmatica del settore e raccoglieremo anche le vostre esigenze. Comunque ora le dico che trovo questo argomento affascinante e potrebbe essere un punto di forza del sistema-Paese Italia. Ma adesso però devo andare. Lei perché non rientra nel comitato per il biologico così da poter continuare e approfondire il discorso?

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