Non profit

Il ministero perde deleghe. Sarà un Welfare più povero o no?

Adozioni, tutela dei minori, Consulta per i problemi degli immigrati: d’ora in poi saranno sotto il ministero delle Pari opportunità

di Antonietta Nembri

Un Welfare svuotato? è questa la domanda che avevamo lanciato sullo scorso numero di Vita. Una domanda suffragata da più di un fatto. Adozioni internazionali, tutela dei minori sfruttati e abusati, consulta per i problemi degli immigrati, per esempio hanno già traslocato. Da metà marzo queste competenze non sono più affidate al ministero di Bobo Maroni, bensì a quello delle Pari opportunità di Stefania Prestigiacomo. Il primo pezzo perso è stata la Commissione per le adozioni internazionali. Il suo presidente, Melita Cavallo, già nell?estate 2001 aveva chiesto di dipendere direttamente dalla presidenza del Consiglio dei ministri e non dal ministero di via Veneto. Maroni non aveva opposto alcun niet. Detto e fatto. E ora la delega (il decreto del presidente del Consiglio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 marzo) è ufficialmente affidata al ministero, senza portafoglio, delle Pari opportunità. Grazia Sestini spiega Ma nel decreto non c?è solo questo pezzetto di Welfare a migrare. Ci sono altre deleghe che hanno preso, per così dire, il volo approdando alle Pari opportunità. C?è, infatti, anche quella in materia di tutela dei minori dallo sfruttamento e dagli abusi sessuali. «L?abuso svincolato dall?ufficio minori, che rimane di nostra competenza, lo vedo male», si lascia sfuggire il sottosegretario al Welfare, Grazia Sestini che però dà subito un?interpretazione della possibile ratio della legge: «Per quanto riguarda gli abusi e le violenze contro le donne, la delega è già alle Pari opportunità, quindi può essere un?estensione a tutti gli abusi contro soggetti deboli in genere». Una spiegazione che comunque non spiega il perché. E se si va a leggere nel sito del ministero di Maroni l?elenco dei compiti della Direzione generale per la tematiche familiari, sociali e la tutela dei minori, si trova ancora oggi la legge 269/98, appunto quella contro lo sfruttamento sessuale dei minori. La pagina web, a questo punto, sembra proprio aver bisogno di un aggiornamento. Questioni ?burocratiche?? Non solo: il ministro per le pari opportunità «è delegato a presiedere la Consulta per i problemi degli stranieri immigrati e delle loro famiglie di cui all?art. 42, comma 4, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in raccordo con la commissione per le politiche di integrazione di cui all?art. 46 del medesimo decreto legislativo». Così sulla Gazzetta ufficiale. Ma quale è la ratio di questo passaggio di delega? E all?ufficio immigrazione, che risulta ancora esistente al ministero del Welfare, che rimane? O meglio, il Welfare si occuperà solo di coordinare il problema dei flussi per i lavoratori stranieri? In fondo è pur sempre il vecchio ministero del Lavoro… Ma non si deve neppure dimenticare che il dipartimento per le Tossicodipendenze adesso è direttamente in seno alla Presidenza del Consiglio dei ministri anche se «i fondi e la struttura tecnica continuano a fare capo al nostro ministero», precisa sempre la Sestini. Il vero problema, forse, è un altro ed è strettamente legato al funzionamento burocratico dei ministeri. In pratica, per tutti quegli organismi per i quali occorre il coordinamento tra più ministri la delega non può essere affidata direttamente a un ministero effettivo: con quale autorità può convocare o coordinare i suoi pari grado? Il coordinamento è appannaggio del presidente del Consiglio. Anche così, il dipartimento degli Affari sociali risulta svuotato. Nella lettera a fianco, il ministro Roberto Maroni spiega il tutto come ?un di più? di coordinamento e un rafforzamento delle politiche di Welfare che vedono, così, impegnato tutto il governo. Ma se anche fosse così, con uguale cordialità e amicizia domandiamo: «Caro ministro, ma così non si rischia di disperdere conoscenze, esperienze e specializzazioni sviluppate negli anni?».


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