Politica
Il Milleproroghe salva il fondo povertà educativa, ma non aumenta il tetto del 5 per mille
Il Senato ha approvato la conversione in legge del Milleproroghe. Niente da fare per l'innalzamento del tetto del 5 per mille. Il fondo per il contrasto della povertà educativa minorile invece viene confermato per un altro triennio, anche se con soli 3 milioni di euro l'anno. Il provvedimento passa ora alla Camera
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La buona notizia è che il fondo per il contrasto della povertà educativa minorile continuerà il suo percorso fino al 2027, la cattiva è che l’aumento del tetto del 5 per mille non c’è nemmeno questa volta. Le novità sono contenute nel decreto Milleproroghe, sulla cui conversione in legge il Senato si è espresso oggi con voto di fiducia: 97 voti favorevoli, 57 contrari e nessuna astensione. Il testo approvato dal Senato è lo stesso che era stato licenziato nella stessa giornata dalla I Commissione.
Fondo povertà educativa minorile
L’emendamento approvato è quello presentato da Mariastella Gelmini e prevede che il Fondo venga prorogato per gli anni 2025, 2026 e 2027, con un finanziamento di 3 milioni di euro per ciascun anno (nel primo triennio la copertura prevista era di 100 milioni l’anno e nel 2024 era stata di 25 milioni di euro). La prima versione dell’emendamento prevedeva in realtà una proroga del fondo per il triennio 2025/2027 con un credito di imposta di 25 milioni di euro per ciascuno dei tre anni. Le fondazioni dovranno trasmettere ad Acri entro il 30 aprile 2025 le delibere di impegno irrevocabile del versamento al fondo. La copertura avverrà attraverso la riduzione del fondo per interventi strutturali di politica economica. Tre note da sottolineare in questa conferma del fondo per il contrasto della povertà educativa: il parere favorevole del Governo all’emendamento, che esplicita la volontà – più volte dichiarata a onor del vero – di una correzione del tiro rispetto a quanto accaduto con la Legge di Bilancio; il fatto che sul tema ci sia stata un convergenza bipartisan; la conservazione dello strumento, che permetterà eventualmente anche una revisione al rialzo degli importi in sede di discussione della prossima Legge di Bilancio.
Nessun aumento del tetto del 5 per mille
Erano otto gli emendamenti depositati per aumentare la capienza del 5 per mille, presentati da pressoché tutti i partiti dell’arco parlamentare ad eccezione del M5S. Chiedevano quasi tutti un aumento di 28 milioni di euro, cifra pari alla cifra extra-tetto registrata nella passata edizione. Quello di Fratelli d’Italia invece si accontentava di un aumento di 10 milioni di euro. Nessuno è stato approvato.
Il provvedimento passa ora alla Camera.
In foto, la viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci. Foto di Roberto Monaldo / LaPresse
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