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Il memoriale voluto dal pescatore-eroe per ricordare la strage di Lampedusa

A Lampedusa è stato inaugurato il memoriale ideato da Vito Fiorino per le ricordare tutte le vittime della strage del 3 ottobre 2013, con il supporto dell’associazione Gariwo. Durante l'inaugurazione l’abbraccio tra i superstiti e i pescatori di vite umane che quel giorno salvarono i superstiti del naufragio dove morirono 366 persone

di Alessandro Puglia

Dal 3 ottobre 2013 l’isola di Lampedusa si sveglia con il canto dei gabbiani che ricorda urla di uomini e donne con le mani tese sospese nel mare limpido della Tabaccara. Schiamazzi che continuano a stridere nella mente di Vito Fiorino, l’eroe che salvò 47 vite umane in quella terribile notte in cui morirono 366 persone.

A quell’urlo di gabbiani oggi si è aggiunta una preghiera e un memoriale che ricorda nome per nome tutte le vittime del naufragio che portò la morte a poche centinaia di metri dalla spiaggia dell’isola dei conigli, davanti agli occhi di chi quel giorno assisteva alla tragedia senza più potersi voltare dall’altra parte.

A ideare il memoriale, collocato nella centralissima piazza Piave, è stato proprio Vito Fiorino che con il supporto e il sostegno dell’associazione Gariwo è riuscito a realizzare l’opera dal nome Nuova Speranza. Uno scheletro di una barca che viene inghiottito dal mare e con dei legni a evocare le braccia che chiedono aiuto. Di fronte, in una parete di un condominio, la corona di fiori che Papa Francesco gettò in mare nel luglio del 2013 realizzata dal noto street artist italiano Danilo Pistone detto Neve.


Nel memoriale sono incisi i nomi di tutte le vittime della strage che Vito Fiorino ha recuperato grazie all’aiuto dei superstiti con cui è sempre rimasto in contatto e che oggi dormono a casa del pescatore eroe. «Quando sono andato a trovarli a Stoccolma gli ho chiesto di aiutarmi per comporre il memoriale e loro sono stati felici perché così si ricorderanno i nomi dei compagni di viaggio che hanno perduto»

Le salme dei corpi della strage del 3 ottobre sono sparsi in vari cimiteri siciliani: «Adesso non saranno soltanto dei numeri e verranno onorati e ricordati», dice Fiorino commosso per essere riuscito a realizzare da tempo ciò che desiderava.

Il memoriale è stato svelato al pubblico alle 3.30 – ora del naufragio – preceduto dalla lettura di alcuni brani tratti da Quel mattino a Lampedusa, una testimonianza scritta da Vito Fiorino e letta da due giovani studenti di Pesaro. Tra i presenti c’era il parroco dell’isola, Don Carmelo La Magra, che ha benedetto il memoriale, il presidente di Gariwo, Gabriele Nissim, nove superstiti della strage e gli altri due eroi in quella terribile tragedia: Costantino Baratta e Domenico Colapinto che con i loro equipaggi salvarono altre vite umane: «tirandoli su come fossero sacchi di patate», ricorda Costantino, anche lui visibilmente commosso.

«Chi si è gettato in mare non solo ha salvato delle vite – ha detto Gabriele Nissim, presidente di Gariwo – ma ha mostrato che ognuno di noi nel suo piccolo ha sempre una possibilità di scelta». E ha ricordato una vicenda personale che lega le tragedie del mare alle grandi ingiustizie della Storia: «Se io sono potuto venire al mondo lo devo a dei pescatori, che con la loro barca, nel 1943, portarono i miei nonni, mia mamma e le sue sorelle dall’isola di Evia in Grecia fino alle coste della Turchia. Allora in Grecia erano appena arrivati i tedeschi, che cominciarono i preparativi per la distruzione della comunità ebraica. Mia madre era sopravvissuta per la scelta responsabile dei pescatori di fronte alle persecuzioni degli ebrei».

Le celebrazioni continueranno nel pomeriggio, con una cerimonia durante la quale verrà piantato un ulivo e svelata la targa dedicata ai “giusti di Lampedusa” che ricordano quel 3 ottobre come il giorno più lungo della loro vita.

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