Cultura

Il Meeting, Pasolini, Gennariello e la passione per l’uomo

“Una passione per l’uomo” è il titolo appena annunciato del Meeting 2022. Un titolo che raccoglie, a me sembra, una drammatica osservazione proprio di Pier Paolo Pasolini che la mostra al Meeting ha rilanciato: “Ora, oggettivamente, nessun figlio è ormai più accolto nel mondo con l'amore di un tempo, quando egli era appunto per definizione «benedetto»”

di Riccardo Bonacina

«Il «metodo Meeting» – copyright di Enrico Letta – ha fatto centro e andrebbe applicato dappertutto «senza nessuna ambiguità». Grazie a un'app, al green pass obbligatorio abbinato all'uso delle mascherine in sala e nei corridoi si è potuto tenere in sicurezza nell'Italia del dopo pandemia un evento pubblico in presenza» (70mila presenze scrivono gli organizzatori), così oggi Dario Di Vico in un commento su Il Corriere. Metodo, aggiunge l’editorialista, “all'opera anche in materia di comunicazione politica. I big che si sono confrontati sul palco della Fiera di Rimini hanno pienamente onorato l'invito ricevuto, sono stati insieme concisi e concreti. Hanno smesso i toni urlati di cui alcuni di loro si avvalgono abitualmente nei talk show e hanno spostato la competizione sul terreno dei contenuti, le policy. Volendo potremmo gridare al miracolo oppure più modestamente accontentarci di dire che «un'altra comunicazione politica è possibile».

Aggiungiamo che il metodo Meeting è anche quello dei grandi appuntamenti culturali come l’evento multimediale e partecipato della mostra “Io, Pier Paolo Pasolini, il dialogo in presenza e multimediale tra tre pensatori (il filosofo Charles Taylor, il teologo anglicano Rowan Williams e il presidente di Comunione e Liberazione Julián Carró) e i rapper in “Vivere nell’incertezza senza paura”, il dialogo sul Destino del romanzo con Doninelli, Carmen Pellegrino, Baricco e Givone, gli incontri sull’economia, o l’animazione sul tema del lavoro e dell’occupazione della Fondazione per la Sussidiarietà (bella la mostra sulle sei esperienze dei “Costruttori di futuro” a certificare che l’alleanza tra fragilità e lavoro è possibile).

“Una passione per l’uomo” è il titolo appena annunciato del Meeting 2022. Un titolo che raccoglie, a me sembra una drammatica osservazione proprio di Pier Paolo Pasolini che la mostra al Meeting ha rilanciato, quella contenuta nella lunga lettera a Gennariello del 1975. Pasolini scrive, il 22 maggio, questa annotazione drammatica e assai profetica: “Un bambino intuisce subito – solo dopo pochi giorni di vita – se la sua venuta al mondo è veramente desiderata o no: Se intuisce di non essere veramente desiderato, o, peggio, se intuisce di essere indesiderato, si ammala. Le nevrosi che causano le «regressioni» più terribili e incurabili sono dovute proprio questo sentimento primo, di non essere accolti nel mondo con amore. Ora, oggettivamente, nessun figlio è ormai più accolto nel mondo con l'amore di un tempo, quando egli era appunto per definizione «benedetto»”.

Parole che risuonano drammaticamente negli stessi giorni in cui una ricerca Censis rilancia l’ennesimo allarme sul nostro inverno demografico: «La stragrande maggioranza delle famiglie che stavano pensando di generare un nuovo nato nel corso del 2020 e del 2021 ha deciso di rinviare (55,3%) o persino di rinunciare definitivamente (11,1%) al proprio progetto genitoriale».

Tutti dicono che in Italia non c’è più un euro, ma non è vero. aumentano i depositi bancari, le polizze vita, il risparmio nei fondi d’investimento, i soldi provenienti dall’economia sommersa e nascosti nel materasso. Le cause della denatalità sono da attribuire ad una serie di fattori che si intrecciano e si rinforzano causando una spirale negativa. Ovviamente l’aspetto economico e l’andamento del mercato del lavoro sono tra i fattori più importanti, ma non sono gli unici. Tra gli aspetti fondamentali che contribuiscono al calo delle nascite ci sono sicuramente cause più antropologiche: alla radice del problema c’è una mancanza di visione del futuro, c’è una speranza sempre più fiacca che lascia il terreno a un cinismo funzionale e un tipo di approccio alla vita molto diverso da quello della generazione passate. Per riempire le culle non bastano asili nido gratis, occorre riscoprire una nuova passione per l’uomo.

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