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Il Mediterraneo ancora privo di navi della società civile

La nave Mare Jonio di Mediterranea ancora sottoposta a un altro blocco da parte del Governo italiano. La nave italiana della società civile che era pronta dallo scorso 12 ottobre a riprendere la navigazione nel Mediterraneo centrale dove anche si sono verificati altri naufragi. Le immagini dei corpi allineati sulle spiagge libiche

di Alessandro Puglia

La nave Mare Jonio di Mediterranea ancora sottoposta a un altro blocco da parte del Governo italiano. La nave italiana della società civile che era pronta dallo scorso 12 ottobre a riprendere la navigazione nel Mediterraneo centrale ha ricevuto nella giornata di lunedì 26 ottobre da parte della autorità marittime di Augusta il diniego all’imbarco delle attivisti e attiviste del team medico e di soccorso.

«Si tratta del terzo intervento di questo genere, dopo quello delle Capitanerie di Licata e Pozzallo, con motivazioni pretestuose, infondate ed arbitrarie sulla base di indicazioni politiche che arrivano direttamente da Roma», scrive Mediterranea che davanti all’impossibilità di operare sottolinea che dal 14 settembre si sono contati quasi trecento morti in diversi naufragi.

Domenica scorsa, il 25 ottobre a largo della Libia sono stati rinvenuti 11 corpi sulle spiagge libiche a seguito di naufragio. La settimana precedente almeno 20, inclusi due bambini, come riporta l’Oim presente in Libia.


Con il blocco imposto dalla Mare Jonio sono sei al momento le navi delle società civile che non possono raggiungere il Mediterraneo generale.

E i 18 pescatori di Mazara del Vallo sono ancora in prigione in Libia, da ormai quasi due mesi, con i loro due pescherecci sequestrati l’Antartide e la Medinea.

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