Famiglia

Il medico sbaglia sempre due volte

Diagnosi tardive, radiografie sbagliate, interventi finiti male. A Nord come a Sud, nel pubblico e nel privato: sono più di 5000 gli errori ai danni dei pazienti.

di Stefania Olivieri

Diagnosi oncologiche tardive, esami clinici eseguiti male, errata valutazione di ecografie e radiografie varie, manovre scorrette nel corso di esami strumentali: stando alle segnalazioni dei pazienti il Servizio sanitario italiano non brilla certo per efficienza e sicurezza. Non solo. Medici e tecnici specializzati appaiono decisamente recidivi: lo rivela il rapporto annuale del Pit Salute redatto dal Tribunale per i diritti del Malato che, tra le varie carenze del servizio, sottolinea la ripetitività degli errori. Un problema che negli anni non accenna a diminuire, tanto da indurre Tribunale del Malato, l?Associazione dei medici ospedalieri (Anaao-Assomed) e di famiglia (Fimmg) a lanciare il progetto ?Carta sulla sicurezza nella pratica medica e assistenziale?. Per tutto 1999 e fino alla primavera del 2000, infatti, le tre associazioni saranno impegnate a preparare, stendere e diffondere un documento che indichi procedure organizzative e modalità di comportamento. Obiettivo: ridurre il margine di rischio alla salute, causato da errori professionali e organizzativi largamente diffusi nelle strutture sanitarie. Tra radiografie sbagliate e diagnosi inesatte, delle 22 mila segnalazioni arrivate al Tribunale per i diritti del malato oltre 5000 sono state catalogate sotto la voce ?errori diagnostici e terapeutici?. Un dato che sommato alle 1100 schede che riguardano l?area delle trasfusioni di sangue infetto raggiunge quota 28% del totale delle segnalazioni raccolte. Mittente: i cittadini decisamente insoddisfatti del Servizio sanitario nazionale. «Un?insoddisfazione diffusa», commenta Stefano Inglese, del Tribunale dei diritti del malato. «I dati raccolti hanno rivelato una sostanziale omogeneità per la provenienza geografica. Questo smentisce il luogo comune che attribuisce al Sud tutti gli episodi di malasanità». Minimo anche lo scarto tra strutture pubbliche e private, entrambe oggetto di lamentele e segnalazioni da parte degli utenti. Tra lesioni non riconosciute, fratture sottovalutate e disattenzioni per possibili complicazioni infettive il primo posto nella classifica degli errori diagnostici e terapeutici spetta a ortopedia e traumatologia(18%), seguite da chirurgia generale (14%), ostetricia e ginecologia (11%) e oncologia (10%). «Rispetto a due anni fa risultano in crescita le segnalazioni nell?area cardiologia», spiega Stefano Inglese, «riguardano soprattutto casi di interventi errati al pronto soccorso o interpretazioni sbagliate da parte del medico generico. Risultano in diminuzione, invece, le segnalazioni di errori nella diagnostica dovuti alle strumentazioni». Diagnostica in calo, sì, ma ancora oggetto di errori clamorosi. Diverse segnalazioni arriviate al Tribunale del malato, infatti, raccontano di ecografie ripetute fino a venti volte, senza che il medico si accorgesse di gravi malformazioni congenite del feto. L?area ostetrico-ginecologica, d?altra parte, è una delle più ?produttive?, dal punto di vista delle segnalazioni di errori e lamentele: gravidanza molto medicalizzate, un travaglio eccessivamente lungo e doloroso, sono solo alcune delle segnalazioni arrivate al Tribunale. «Dopo l?area oncologica, dove la maggior parte dei casi riguarda diagnosi tardive per inosservanza delle misure di prevenzione o sottovalutazione dei sintomi, la gravidanza e il parto sono spesso problematici per le pazienti, che in molti casi non sono aiutate nel migliore dei modi», commenta Inglese. Il rapporto ?99 del Pit Salute riserva un?ulteriore sorpresa. Il 3% degli errori diagnostici e terapeutici, infatti, sono commessi nei reparti di pronto soccorso: traumi cranici trattati inadeguatamente, infarti del miocardio e accidenti cerebro-vascolari non riconosciuti tempestivamente. «Probabilmente sono collegati ai ritmi spesso insostenibili ai quali gli operatori di questi reparti sono sottoposti», affermano gli esperti del Tribunale del malato, «e più in generale alle condizioni generali di lavoro raramente ottimali». Dove si rischia di più Ortopedia 18% Traumatologia 18% Chirurgia generale14% Ginecologia 11% Oncologia 10% Medicina generale 7% Oculistica 5% Urologia 4% Odontoiatria 3,5% Neurologia 3% Pronto soccorso 3% Diagnostica 2,7% Chirurgia estetica 1,8% Altro 7,8%


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