Economia

Il medagliere italiano? È una bufala…

L’ingrediente segreto che sta portando tanti azzurri sul podio viene da Caserta. Ed è prodotto da una cooperativa con una bella storia di riscatto sociale alle spalle.

di Redazione

 

Doping? Macchè. La “sostanza speciale” che sta dietro agli ori della Di Francisca e delle ragazze della scherma, al trionfo in kayak di Daniele Molmenti e a tutto il resto del già ricco medagliere olimpico italiano arriva da Caserta. Tutti i giorni, puntualissima.
 
È la mozzarella di bufala che gli atleti italiani mangiano ogni giorno, dieta permettendo, al villaggio olimpico di Londra. E che viene prodotta dalla cooperativa Le terre di Peppe Diana, aderente a Libera Terra, che produce mozzarella Dop in una struttura confiscata alla camorra a Castel Volturno: un caseificio e 90 ettari di terreno. «Sono le mozzarelle della legalità», spiega il vice presidente della cooperativa Teodosio Perone. Don  Peppe Diana, il personaggio da cui la cooperativa sociale prende il nome, è un personaggio simbolo per queste terre: venne ucciso da killer camorristi nella sacrestia della sua parrocchia, a Casal di Principe, il 19 marzo 1994, mentre la mattina presto si accingeva a dire messa. La cooperativa che prende il suo nome anche per tenere vivo il suo impegno è nata due anni fa, costituita da dieci soci lavoratori selezionati con il bando pubblico e poi allargata a soci volontari e sostenitori.
La start up è stata resa possibile grazie all’appoggio di Fondazione con il Sud. Il piano industriale è stato definito su linee molto semplici: operare nel settore agroalimentare e lattiero-caseario con il metodo di produzione biologico. L’obiettivo era quello di arrivare sul mercato con prodotti di alta qualità da poter vendere in Italia e non solo. Così, a parte la mozzarella (che i soci orgogliosamente definiscono «la più buona del mondo perché aggiunge al suo straordinario sapore quello della giustizia e della libertà») è stata avviata anche la produzione di pasta, i “Paccheri artigianali di Gragnano”. La mozzarella, prodotta con tecnologie produttive innovative e fonti di energia rinnovabili, ha il marchio di bufala campana DOP ed è stata ribattezzata “Il G(i)usto della Mozzarella”
 
Non è stato un percorso semplice quello che i cinque “casari” guidati dal giovane presidente della cooperativa Massimo Rocco, hanno dovuto affrontare per iniziare la produzione della mozzarella. Gran parte dei produttori di latte di bufala, per timore della camorra, si erano rifiutati di rifornire lo la materia prima. È stata un’azienda con sede a Cancello ed Arnone, l’azienda agricola Ponteré, la cui titolare Alessandra Cecere è anche vicepresidente giovani di Confagricoltura a rompere il muro di omertà. Così il 17 maggio di quest’anno, con una festa che ha coinvolto centinaia di persone, la produzione è iniziata, anche se le minacce non sono certo cessate. Il 1 luglio, infatti, un incendio doloso ha distrutto metà dei campi seminati a grano proprio alla vigilia della mietitura. Ma non basta questo ad intimidire i soci della cooperativa, che l’11 e 12 agosto prossimi saranno protagonisti della Festa della Mozzarella che come ogni anno attira migliaia di buongustai e di curiosi ad Arnone e Cancello, sempre nel Casertano. E intanto sulla pagina Facebook della cooperativa hanno messo bene in vista il logo delle olimpiadi londinesi: essere lì a pochi mesi del decollo, per i coraggiosi imprenditori che hanno sfidato la camorra è già una vittoria.
 

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