Non profit

Il mecenate Antonio Presti dice no ad 80 mila euro della Regione

Per il presidente della Fondazione Fiumara d’Arte «è un meccanismo clientelare, per cui i fondi si ottengono sulla base dei legami politici e delle clientele»

di Cristina Barbetta

Una rinuncia che vuole essere «un riscatto per tutta la cultura». Antonio Presti, mecenate siciliano, Presidente della Fondazione Fiumara d’Arte, che in trent’anni di attività ha realizzato progetti artistici e culturali in Sicilia, dai Nebrodi, a Messina, a Catania, alla  periferia catanese di Librino, ha detto no agli 80 mila euro di contributi che la Regione ha assegnato per l’anno 2013 alla sua fondazione attraverso la  Tabella H.

Quest’ultima è un allegato della legge finanziaria che distribuisce i contributi della regione siciliana a favore di associazioni e soggetti  che operano nella cultura, nello sport e nello spettacolo.  «È un meccanismo clientelare, per cui i fondi si ottengono sulla base dei legami politici e delle clientele» ha attaccato.

Secondo Legambiente Sicilia, che ha presentato una memoria al Commissario dello Stato per chiderne il blocco, la cosiddetta Tabella H della Finanziaria regionale, è fortemente viziata sul piano della legittimità.

È stato rinvenuto almeno un precedente specifico: la sentenza della Corte Costituzionale n. 137 del 2009, con cui è stata dichiarata l’illegittimità dell’articolo 17 e della tabella B della legge della Regione Lazio 28/2006 (La tabella B del lazio corrisponde all’ex tabella H della Sicilia), i quali disponevano l’erogazione da parte della Regione di contributi per iniziative sociali, culturali e sportive attraverso la diretta previsione dei soggetti destinatari del finanziamento e dell’importo a ciascuno assegnato.

Nella sua memoria Legambiente ricorda che la Corte Costituzionale ha sancito che l’erogazione indiscriminata di contributi a vario titolo, in deroga alle ordinarie procedure amministrative volte alla verifica del possesso dei requisiti e della rilevanza sociale dell’azione svolta, tale da renderli meritevoli di percepire un sostegno pubblico, rende tali disposizioni in contrasto con l’art. 97 della Costituzione.

La Fondazione Fiumara d’Arte lo scorso anno aveva riccevuto 89 mila euro di contruibuto. «Il mio rifiuto dei contributi per l’anno 2013  – spiega Presti – è un’azione di indignazione nei confronti di questo potere politico. È necessario restituire la dimensione dell’azione, del fare. Azioni come questa sicuramente concorrono ad un fare futuro, a fare rispetto per la nostra storia di cultura».  

Questa protesta  segna un’ulteriore rottura con il governatore della Sicilia Crocetta, dopo la recente rinuncia di Presti alla nomina ad assessore ai Beni Culturali. Entrambi i rifiuti sono in linea con l’indipendenza che da sempre caratterizza le scelte di Presti. Che specifica: «Il rifiuto dei contributi non è un attacco “ad personam” ma ad un sistema che non tratta la cultura con rispetto e che non segue criteri meritocratici».
 

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