Formazione

Il mea cupla su Srebrenica non consola

Emir Nurkic, responsabile della comunità Emmaus in Bosnia racconta la reazione dei croati mussulmani allo scandalo che ha travolto il governo olandese in nome del massacro di Srebrenica.

di Barbara Fabiani

?Importante ma troppo tardi ?, così Emir Nurkic , giovane responsabile di Emmaus in Bosnia , sintetizza i sentimenti dei croati mussulmani alla notizia delle ammissioni di ?responsabilità involontaria? dei caschi blu olandesi nello stermino di Srebrenica; lo fa in occasione di un seminario sull?allargamento dell?Unione Europea organizzato da Emmaus Italia a Faenza. ?Troppo tardi e incompleta? aggiunge Nurkic, perché i sopravvissuti e soprattutto le migliaia di donne rese orfane e vedove aspettano ancora di sapere cosa è esattamente accaduto ai propri mariti, fratelli, padri e figli oggi ancora segnalati come ?dispersi?. Una lunga lista di ?desaparesitos? balcanici, il cui destino ultimo nessuno ha potuto ancora rintracciare, neanche la Croce Rossa internazionale che raccoglie solo dinieghi e silenzi dalle autorità serbe. ?Sono state le associazioni delle donne a volere che venisse detta la verità sulle omissioni di soccorso ?, continua Nurkic, ?Ed oggi sono le stesse che vivono in condizioni i estrema indigenza in centinaia di campi profughi sparsi per la Bosnia, in attesa di poter davvero ritornare a Srebrenica, come da anni è stato loro promesso e mai mantenuto?. La comunità internazionale, quindi, avrebbe ancora queste due occasioni per cercare di rimediare , in parte infinitesimale, alle sue mancanze. E nella loro memoria come emerge il ricordo dei ?caschi blu?? , ?Con profonda amarezza e dolore. Tutti ripetono che l?Onu è morta a Srebrenica insieme a quelle vittime indifese, rastrellate davanti agli occhi dei peacekeepers. C?è la consapevolezza che ormai per avere protezione non ha più senso appellarsi alle Nazioni Unite ma bisogna rivolgersi alla Nato?.


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